Molti di voi avranno letto ciò che ha pubblicato l’assessore Granelli sulla sua pagina, difendendo l’utilità della sciulacciata rieducativa nei confronti dei milanesi e fornendo numeri a casaccio su presunte differenze di livelli di polveri sottili e NO2 tra Milano, l’hinterland e le altre province, territorio di maleducati, dove il blocco non c’è stato. Secondo voi avrà detto la verità? Verifichiamo!
Piccola premessa: i dati potete reperirli anche voi sul sito dell’Arpa Lombardia e valutare se riporto la realtà oggettiva o sono solo fesserie e l’assessore ha ragione. Dove vedete il campo totalmente bianco, non vi sono dati Arpa riguardanti quella stazione, il tipo di inquinante, nel giorno selezionato.
1-Granelli scrive: Se facciamo il confronto tra questa domenica con il blocco e quella precedente con il traffico, i dati sono chiari: Milano PM10 46,7 rispetto agli 85,2 di domenica scorsa
1-Vero, facendo una media tra le stazioni di riferimento Marche, Verziere e Pascal la media più o meno corrisponde
2-Granelli scrive: lo stesso per l’NO2 con 53 rispetto a 80,2, e si badi bene che la stessa diminuzione drastica non è avvenuta altrove: Monza 78 domenica 2 febbraio rispetto a 98 di domenica 26 gennaio, Meda 60 da 73, Cormano 94 da 90 (qui addirittura domenica 2 febbraio è maggiore di domenica 26 gennaio), Como da 90 a 87
2-Falso. Vorrei capire dove sia andato a recuperare i dati così apocalittici. Probabilmente da volpe avrà calcolato la media giornaliera per Milano, ma utilizzando la media oraria con il valore più alto per quanto riguarda le altre stazioni che non hanno attuato il blocco, poiché i valori da lui dichiarati sono clamorosamente diversi. Ad eccezione di Monza tutte le stazioni hanno avuto valori di NO2 bassi. I dati di Milano Marche mancano (stranamente…)
3-Granelli scrive: Milano incomincia a non essere la città più inquinata e si vede la differenza con altri territori. Domenica 2 febbraio, stesso vento, diverso traffico ed ecco i confronti: PM10: Milano città 46,7, Sesto S. Giovanni 53, Monza 48, Meda 56, Provincia di Brescia 61, Provincia di Monza e Brianza 51. NO2: Milano 53, Sesto S. Giovanni 59, Monza 78, Meda 60, Cormano 94 (sempre la maglia nera), Como 87, PM2,5: Milano 30,5, Sesto S. Giovanni 41, Monza 44, Meda 44.
3-Altri dati falsificati, Cormano ormai presa di mira e non attendibile in quanto non vi sono centraline per misurare il PM10, ma solo il biossido di azoto, che l’amabile assessore ha quasi “arrotondato” a 100. Altre stazioni che non hanno applicato il blocco, vedi Pioltello, Sesto San Giovanni e Magenta (che però è fuori zona) hanno valori decisamente accettabili. Per quanto riguarda Brescia occorre fare una riflessione. Il favonio, spirando da nord-ovest non ha raggiunto tutte le zone della pianura padana. Infatti chi ne ha beneficiato sono le province più occidentali, Brescia è stata un po’ ai margini. A conferma di ciò, sappiate che ancora più ad est in Veneto siamo in allerta arancio e rischio allerta rossa, per il semplice fatto che il vento lì non è proprio arrivato!
Conclusione: sul PM10 credo non ci sia nemmeno da dibattere circa l’utilità del blocco totale, non vi sono differenze tra Milano e hinterland. Per quando riguarda il biossido di azoto era risaputo che una minima variazione ci sarebbe stata. Sappiamo che il traffico ha una certa incidenza sui valori di NO2, ma osservando la tabella e tenendo conto che sono state fermate tutte le auto, il gioco vale la candela? A voi la risposta.
Post di Massimiliano Max
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845
Chi inquina di più, sono questi beceri amministratori di sinistra !!!