Un Festival di polemiche, di litigi, di riappacificazioni e non, di ospiti meravigliosi secondo l’opinione di Amadeus, di ninne nane inconsapevoli che richiedevano chili di caffè, di qualche risveglio improvviso per una musica incalzante o un testo per sognare. Il Festival segreto dietro le quinte non s’è visto, ma l’eco è arrivato sui social e sui giornali. Gli insulti, gli sputi (così raccontano) avrebbero testimoni visivi, ma quello che è successo realmente ai protagonisti, Bugo e Morgan è solo immaginabile. E scusate se ricordo il travisamento voluto e ripetuto del Cantico: Benigni ha voluto stupire, con un’interpretazione strumentale. Ma è di sinistra e può bastare per il pensiero corrente. Non ha neppure brillato per incisività, eppure con 300mila euro poteva impegnarsi di più. Le allusioni a Salvini sono senza mordente e inutili.
Amadeus è stato il diligente pseudo padrone di casa, senza evidenti sbavature. Ma che monotonia. Per fortuna le incursioni di Fiorello sono guizzi di creatività e di talento che coinvolgono. Dimenticavo…la pubblicità è stata parte integrante nello svolgimento delle serate e, per chi non lo sapesse ancora, a TIM si balla e non ci si stanca mai. Venier, Clerici, Leotta, Salerno hanno esperienza ed empatia da vendere: un tocco che evidentemente la RAI ha voluto enfatizzare ed è giusto così. Ciascuna con la propria storia sulle spalle, ma la professionalità non si compra al supermercato. Perché anche gli ospiti un po’ agé della prima serata hanno divorato i cosiddetti big della gara. Sincronia, professionalità, sicurezza con brani che molti hanno nel cuore. La vecchia e la nuova scuola per gratificare una fetta sempre più vasta di pubblico. Ed è questo il segreto del successo da record.
Tiziano Ferro, una costante di qualità e di sorrisi. Il suo monologo sui 40 anni si riassume “la felicità è un diritto Il resto è proprio un po’ “noia”. Gli ospiti vanno e vengono e, se posso dirlo, a volte appesantiscono il tempo. La gara è sembrata un “inciso” quasi occasionale eppure, anche a distanza, si percepiscono l’ansia e i timori dei 24 concorrenti. La cura nel look, un ingresso un po’ ritardato con il canto, i gesti imbarazzati, rendono, in fondo, un’emozione profonda.
Il pacchetto canzone-cantante è già stato giudicato nei giorni scorsi. In questa quinta serata sembra siano rinfrancati, più sicuri. E al secondo ascolto si può dire che il ritmo, il rap di atmosfere vintage vincono la scommessa di restituire un buon livello di proposte con una media più che sufficiente. Elodie stravince la gara per il look con abiti di Versace, una fisicità perfetta, una classe personale, senza sbavature. Da incanto con una bellezza che si impone. Voto 10. Al secondo posto si piazza Tosca con la sobrietà dell’intelligenza. Voto 8. Al terzo posto una Levante disinvolta in un abito che la valorizza. Voto 7.
La musica in gara offre un livello di qualità sufficiente, da digerire in poco tempo. Lontano il tempo in cui le melodie erano praticamente immortali. E, comunque, la risata di Amadeus ha vinto, perché il pubblico ha sempre ragione. Il vero mattatore? Fiorello e la sua arte dell’improvvisazione creativa.
Ordine del podio
Diodato- vincitore
Francesco Gabbani
Pinguini tattici nucleari
Premio critica Mia Martini: Diodato
Premio Lucio Dalla Diodato
premio miglio testo: Rancore
premio Giancarlo Bigazzi: Tosca
premio Music:Francesco Gabbani
Cala il sipario sulla settantesima edizione del Festival di Sanremo