Innamorato della libertà di essere Flavio Bucci, un modo per trascendere l’opinione comune, con l’attesa di pensieri nuovi, in un silenzio denso di colori e di emozioni. A 70 anni si è spento l’attore poliedrico Flavio Bucci in una casa-famiglia davanti al mare sconfinato di Fiumicino. E le maschere in scena scarnificavano i personaggi, gridavano tormenti e disagi, pietrificavano i gesti. La sua verità, la sua immedesimazione, la sua esemplare espressività. Spaziava dall’interpretazione sofferta di Ligabue a Shakespeare teatro, e poi al cinema, a volte con dei camei da ricordare come un gioiello. Chiedere a se stesso reazioni e gesti era forse facile, per quel lungo andare tra alcol e droga, tra ricchezza e povertà con la zavorra che era la sua verità di vita, così come l’aveva desiderata, vissuta, senza rimpianti.«La vita è una ed è tua, puoi farci quello che vuoi», aveva detto nel 2018 al Corriere. «Non mi sento colpevole verso nessuno, non ho rimpianti. La verità è che tutti ti pretendono a loro immagine e somiglianza, però io sono come sono. Non mi voglio assolvere da solo e non voglio nemmeno andare in Paradiso, che poi sai che noia lassù». Ironico, a volte irridente, si sorrideva addosso, ma alla libertà, a quel essere unico, senza sovrastrutture perbeniste non sapeva resistere “Non mi dite che non devo fumare, non mi dite che non devo bere… di qualcosa bisogna morire, no?…“«Le sigarette mi fanno male? Bah, c’è una sola cosa che ti uccide, però non lo sai mai prima, quale sarà». «Mi sparavo cinque grammi di coca al giorno, solo di polvere avrò bruciato 7 miliardi», aveva aggiunto nel corso della stessa intervista. «Lasci perdere discorsi di morale, che non ho. E poi cos’è che fa bene? Lavorare dalla mattina alla sera per arricchire qualcuno? Non sono stato un buon padre, lo so. Ma la vita è una somma di errori, di gioie e di piaceri, non mi pento di niente, ho amato, ho riso, ho vissuto, vi pare poco?».
Un grande attore non c’è più. L’uomo, da lassù, ricorderà forse quanto ha amato la vita.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano