Minoranze politicizzate si arrogano il diritto di rappresentare i residenti e propongono progetti che poi condizionano la vita di tutti.
Un nuovo esempio del corto circuito democratico rappresentato dalla cosiddetta urbanistica tattica e dal progetto Piazze aperte è andato in scena ieri sera alla biblioteca di Piazza Sicilia.
Un gruppo di cittadini, non si sa bene quanto residenti nel quartiere, spalleggiati dalla consigliera PD Alice Arienta hanno presentato un progetto di pedonalizzazione davanti a un assemblea di una sessantina di persone. Il progetto prevede di chiudere al traffico la Via Sacco dall’incrocio con Via Seprio a Piazza Sicilia che verrebbe a sua volta chiusa per metà al fine di rendere più sicuri e fruibili gli spazi in prossimità delle uscite del Plesso scolastico.
Il progetto è stato già inoltrato in Comune anche se non rappresenta certamente la volontà di tutti i residenti e tantomeno del quartiere. Alla assemblea c’erano 60 persone di cui la metà contrarie. I residenti della zona non sono stati informati né tantomeno regolarmente convocati a un’assemblea. Un progetto del genere avrebbe conseguenze sulla circolazione veicolare, sul trasporto pubblico, sullo smog e sui flussi commerciali di una zona ben più ampia della sola via Sacco. Quindi c’è già un grave vulnus di democrazia e la famosa “partecipazione” manca proprio, mentre già si intravede la prepotenza delle minoranze politicizzate.
Però con le regole attuali un progetto del genere può diventare in breve tempo realtà senza che sia stato sottoposto all’approvazione dei cittadini o dei loro rappresentanti nelle istituzioni. Infatti su questi progetti il parere dei Municipi (in questo caso il 7) non è vincolante e nemmeno il progetto viene discusso e approvato in Consiglio Comunale.
Quindi una minoranza autoconvoca una assemblea e con l’assenso dell’Assessore alla Mobilità può: 1 stravolgere la mobilità di un quartiere, 2 trasformare in una camera a gas le vie dove verrà reindirizzato il traffico (via Seprio e primo tratto Via Sacco), far spendere un po’ di soldini ai contribuenti, eliminare un centinaio di posti auto.
Se si vuole aumentare la sicurezza stradale e migliorare la fruibilità degli spazi esterni alle uscite dei plessi scolastici si possono studiare interventi più puntuali e più qualitativi sotto il profilo dell’Arredo Urbano. Nel caso di Via Sacco e di altre piazze aperte però l’attenzione dei proponenti è sempre e solo stata rivolta a chiudere le vie al traffico.
L’arroganza delle minoranze politicizzate, che come ai tempi del 68 vogliono decidere per tutti in assemblee gruppettare, deve essere fermata per evitare danni Mi. Ho già chiesto, per rispetto della democrazia e dei diritti individuali, che si renda obbligatorio per approvare questi progetti il parere del municipio e quello tecnico della Vigilanza Urbana.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.