Disabile emarginato ed espulso, la scuola condannata per discriminazione

Milano

Nella apertura ecumenica della Milano voluta da Sala, il migrante è intoccabile, accolto e riverito come persona quasi da ammirare. Da parte loro i migranti possono aggredire, spacciare, okkupare abusivamente, svolgere lavori di commercio, sempre naturalmente abusivi ma, se arrestati, quasi sempre tornano liberi. E nell’immaginario collettivo è estremamente politicamente corretto rispettare la loro storia, non offendere la loro religione con presepi o canti di tradizione cattolica. Questa descrizione per chiarire come molte scuole si adeguano, insegnano Bella ciao e mai, ma dico mai, potrebbero operare una qualsivoglia emarginazione. Ma emarginare disabili indifesi nelle gite scolastiche o avere atteggiamenti di fastidio, quello si può. E non si vedono cortei di protesta per l’ingiustizia e neppure striscioni e Sala assiste senza parole. Ricordate quel minorenne handicappato espulso dalla scuola? I genitori del ragazzo, supportati dalla Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha), sono ricorsi alla vie legali dopo varie riduzioni delle ore di frequenza giornaliera. Il Tribunale di Milano ha condannato per “condotta discriminatoria” un centro di formazione professionale, il quale dovrà versare un risarcimento di 8mila euro ai genitori di ragazzo disabile, minorenne, espulso dalla scuola. Equilibrata la sentenza del giudice che osserva che la scuola non ha redatto un “piano educativo individualizzato”. Il dispositivo inoltre la obbliga “all’adozione degli strumenti idonei di sostegno. La disparità di trattamento è un paradosso che evidenzia ideologie e comportamenti viziati da una uniformità di pensiero che non considera primaria l’umanità.

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