Un non milanese innamorato di Milano, quella che oggi è nuda, forse senza ipocrisie

Milano

Foto Luca Bisceglia – Il tramonto sul Naviglio Grande

Capita, capita quasi sempre se studi o lavori a Milano, che la città ti affascini, ti renda curioso della sua storia, della sua parlata monca, quasi avesse fretta anche nel farsi capire. Ma bisogna amarla, anche nella carne nuda di questi giorni, nelle geometrie austere delle sue architetture, nella trasparenza dei suoi Navigli, nelle casette a tre piani con i gerani sul balcone. Il mio è sì un atto d’amore per una Milano forse alla Sironi, abbandonata in questi giorni dalla vita convulsa che non si ferma mai. Ma lo scorcio che vedo al di là della mia finestra immaginaria è l’orgoglio dello storico Giamaica che mai ha sospeso l’apertura, neppure in tempo di guerra. E la Pinacoteca, riassunto descrittivo dei geni che hanno usato la pittura per sublimare il reale. E Mantegna con il suo Cristo umano, scopertamente uno di noi. E allora ti abbracciano in questa Milano spogliata i ricordi di un albero teatro dei primi appuntamenti, il sapore delle polpette e quel caffè che profumava il cuore. Milano è sospesa, aspetta. I suoi passi sono improvvisamente lenti, ma non sa annegare nel sonno. La gente sa correre, inventare, anche sopportare e guardare il tempo che passa, perché così oggi bisogna fare. Ma senza quell’ansia che taglia la volontà. E se il tempo cambia le stagioni, il tempo trasformerà l’attesa. Ma se volete sognare…i tramonti a Milano hanno la purezza della Bellezza.

 

foto Barbara Ghidoni dal sito Passeggiando Per Milano (e dintorni)

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