Caro Direttore, non voglio “ripassare” quanto mi stringe il cuore questa città ferita, umiliata. Non “ripassiamo” le incertezze, i timori e i tanti punti interrogativi che i milanesi si pongono in questa attesa emergenziale. Ma per me, cattolica, vedere il Duomo chiuso è uno strazio ed è la proibizione di “ripassare” con Gesù le preoccupazioni. Lo so che non è così, che Gesù è in ogni dove, che la preghiera posso farla anche in cucina, ma il nostro Duomo chiuso dice tutto sulla pericolosità (per me remota) del contagio. Sala non fa più sfoggio della sua ruota di pavone, ha scoperto quanto la vanteria di una Milano invincibile sia fragile, ma non ho sentito parole di sgomberi nei luoghi di assembramento che non fossero prettamente milanesi. E mi riferisco alle moschee abusive, quelle che nascono in casa o nelle cantine di un condominio, quelle che, anzi, voleva regolarizzare. Quanta gente va in queste moschee irregolari? E perché per loro le porte sono aperte e quelle del Duomo, no? I nodi che Sala non ha mai voluto affrontare, vengono al pettine ed è vistosa la ingiustizia. Quanti clandestini musulmani voluti dal suo buonismo, frequentano indisturbati queste moschee che non dovrebbero esistere? Io spero che la Madonnina ci aiuterà a superare il momento…
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