Sembrava “Che tempo che fa”, con Fazio vestito da Maria De Filippi e con una Littizzetto che faceva ridere la sua banda coltivata con idee politicamente corrette. Il sipario di Amici serale si apre e arrivano in proscenio le cosiddette Sardine, facce investite di buonismo e buoni propositi, gel a mettere ordine in testa e quel pochissimo di timidezza che, comunque, la TV suggerisce. Che ci fanno? Naturalmente sciorinano le loro spacconate anti Salvini, inneggiano alla bellezza e all’amore, ripetono luoghi comuni già straripetuti da chi non sa proporre altro. Un dejà vu, insomma, visto con Saviano l’anno scorso, un faro a cui i giovani devono ispirarsi secondo il guru Maria De Filippi. Personaggi sempre rigorosamente di sinistra, attrattivi per gli ascolti, banalmente inutili.
La trasmissione semplicemente caotica, con giudici praticamente nullafacenti e ragazzi ingiudicabili per il momento ha legato alla TV 3.778.000 spettatori e la missione della De Filippi può dirsi realizzata.
Ma chi le ascolta ancora, le Sardine? Su Facebook commentano “Io non ho capito una cosa: qui parlate di amore, bellezza etc e poi su FB quando parlate del vostro avversario politico lo chiamate “nemico”? É un termine di guerra no? Non siamo di fronte al solito doppiopesismo? Mah..”. E ancora: “Una sequela di ovvietà”.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano