Se l’odio anti italiano ha passaporto francese

Attualità

Non fa affatto ridere la caricatura del pizzaiolo italiano malato di coronavirus che starnutisce e sputa sulla quattro stagioni che ha appena finito di cucinare. Come non erano per nulla divertenti le vignette di Charlie Hebdo sul terremoto, che nel 2016 aveva fatto 300 morti in Centro Italia, e sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindoli travolto l’anno dopo da una valanga di neve. A questo giro, a fare della volgare ironia sul nostro Paese, non è stato il giornale parigino ma l’emittente Canal+ con un video irrispettoso. Ora, in attesa di trovare qualcuno che con pazienza spieghi ai francesi che non si fa satira in questo modo e tanto meno su temi così delicati, noi italiani continueremo a combattere a denti stretti l’emergenza sanitaria come abbiamo fatto in passato.

Che i rapporti di vicinato siano tutt’altro che distesi, è assodato da tempo. Lo cantava pure Paolo Conte nel 1979 musicando le gesta di Gino Bartali, il campione in maglia gialla che lascia indietro qualunque avversario. “E i francesi che s’incazzano…”. Zazzarazaz, zazzarazaz. Oggi a incazzarci siamo, giustamente, noi italiani dopo che la trasmissione Groland Le Zapoi ci ha pubblicamente derisi con uno sketch sulla “pizza corona”. Ironia disgustosa non solo per la resa televisiva ma anche perché arriva in un momento in cui la diffusione del contagio non solo sta mettendo a dura prova il nostro sistema sanitario ma sta anche colpendo violentemente la nostra economia. A sollevare la polemica è stata prontamente Giorgia Meloni che, oltre a prendersela con i cugini d’Oltralpe, ha sferzato il governo e la maggioranza giallorossa invitandoli a “far sentire il proprio sdegno”. Dopo diverse ore è, quindi, anche arrivata la presa di posizione di Luigi Di Maio che, in quanto ministro degli Esteri, ha attivato la nostra ambasciata a Parigi.

La maleducazione dei francesi è ancora stampata nei sorrisini tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel alle spalle di Silvio Berlusconi e col tempo ha proliferato anche grazie al mancato sdegno di una certa sinistra nostrana che godeva nel vedere l’Eliseo attaccare il Cavaliere. Tanto che qualche anno più tardi, con Matteo Salvini al Viminale, il portavoce di Emmanuel Macron si era permesso di dire che le politiche portate avanti dal governo italiano sono “vomitevoli”, salvo poi riversarci (nottetempo) i clandestini nei boschi di Bardonecchia o accanirsi su una donna incinta pizzicata su un treno a Mentone. Con i francesi i confini si alzano e si abbassano a seconda della convenienza: quando devono fare la lezioncina agli italiani si scoprono tutti democratici, mentre quando devono difendere i propri interessi nazionali diventano tutti più sovranisti di Marine Le Pen. Ne hanno dato prova anche in piena emergenza per coronavirus chiedendo l’attuazione di un cordone sanitario alla barriera con Ventimiglia.

Le schermaglie politiche, lo capiamo anche noi, fanno parte del gioco (sporco) e rientrano in un estenuante braccio di ferro che l’Unione europea permette da tempo a suo stesso danno. Però, come non sopportiamo certe ingerenze indebite da parte dell’Eliseo, ancor meno tolleriamo la becera ironia di Canal+. A questo punto le scuse dell’emittente, che ha definito la “breve sequenza di pessimo gusto”, giovano a poco. Perché quel video disgustoso va ad alimentare lo stereotipo dell’”italiano untore”, già cavalcato da Le Figaro che nei giorni scorsi ha pubblicato un sondaggio secondo cui il 56% dei francesi scanserebbe lesitaliens per evitare il contagio. Il risultato di questa bieca campagna? La fuga dei turisti stranieri dal Belpaese, il taglio netto delle rotte sui nostri aeroporti e la messa in quarantena di tutto il made in Italy. Un attacco al nostro sistema economico che pagheremo caro nei prossimi mesi e che, forse, non è dettato soltanto dalla paura del contagio.

Blog Andrea Indini

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