8 Marzo: “Essere donna è bellissimo, un privilegio”, racconta una donna di 76 anni

Milano

La casa è disegnata dai ricordi, segue la logica dei simboli, memorie piccole e gradi, ma sempre affettive. E rimbalzano con la profondità di un gesto, di una stagione, di un pezzo di vita. La solitudine di F. è forzata, oggi, ma è ripetitiva da troppo tempo, con quel nodo alla gola che stringe anche i sentimenti. F. ha fatto le sue battaglie, ha inneggiato al femminismo nei lontani anni 60, non ha risparmiato il cuore e neppure la voce per raccontare al mondo che essere “donna” è bellissimo, un privilegio. L’autodeterminazione era il suo sangue, la logica era la sua forza, e quel sorriso rappresentava un bacio sfiorato. Oggi è un inno cantato sottovoce alle donne, una festa senza colori festanti nelle strade: è il momento di essere insieme col pensiero e avere progetti solidali. Ma F. ha comprato un mazzo di rose rosse e le ha disposte come fossero regine, sul tavolo corroso dai tarli. “E’ un regalo della vita”, mi dice. “Ascolta… parleranno anche a te del tempo, delle conquiste, del profumo dell’anima e di quel sentirsi in tante ad affermare la parità, a dimostrare intelligenza e intuizione.” Solitamente andavo a brindare con le amiche in una vecchia osteria, con i festoni colorati alle finestre, per mangiare il risotto giallo, così buono, quando è fatto bene. E poi a raccontare la fierezza e la dignità di una vita, la miseria incontrata senza luce, il lavoro impegnativo, ma gratificante. E ci illudevamo che l’aumento delle donne diventate “cape”, fosse anche un po’ merito nostro, quando conservavamo come reliquie i libri di George Sand e di Ibsen. Lasciami dire…oggi la festa delle donne è la festa della responsabilità femminile per superare questo momento di crisi. I siti dei comitati di quartiere si sono mobilitati offrendo la propria pagina per raccogliere istanze e fare del bene. E l’iniziativa è quasi sempre donna. E un grazie a quelle donne che non conoscono il tempo, negli ospedali, nel volontariato, nelle piccole cose che sanno inventare per aiutare. Ho 76 anni e devo osservare questo esilio in casa, ma nessuno mi vieta di abbracciarle tutte con il cuore. E, quando sboccerà la primavera, forse potrò cantare e ballare con il mio ombrello decorato con le ballerine di Degas. L’ombrello non va d’accordo con il sole? Andrà d’accordo con la mia anima.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.