Egregio sindaco Sala, mi perdoni la franchezza…ha già generato troppa confusione

Milano

Egregio signor sindaco Sala,

Le confesso il mio rammarico di dover indirizzarLe queste poche righe, perché Lei in fondo è una persona gentile. Ma, per rispetto dei cittadini milanesi, qualcuno deve pur farlo.

Lei stamane si è lasciato intervistare da un ottimo cronista specializzato sul giornale ormai quasi di famiglia, il Corriere della Sera. La redazione ha titolato così la Sua intervista su 9 colonne di apertura a pagina 5: “L’appello di Sala scuote i milanesi: ‘ Rimanete in casa il più possibile’”.

Purtroppo, il suo non è un appello ma al massimo un invito: inutile, ovvio, ripetutissimo, dunque tardivo. In ogni caso le sue parole in merito alla epidemia dilagante non “scuotono” proprio nessuno. Anzi, non possono essere nemmeno credibili a causa di un atteggiamento ondivago a contraddittorio, frutto del Suo ambizioso pragmatismo manifestato tanto nella vita pubblica, quanto in quella privata.

Lei, signor sindaco, è andato a mangiare nei ristoranti cinesi di via Paolo Sarpi per dimostrare che il virus che faceva morti a Wuhan era una bufala razzista e xenòfoba, montata per insidiare gli interessi dell’antica e operosa comunità orientale di Milano.

Dopo qualche settimana, quando il coronavirus si è presentato all’uscio di casa di centinaia di milanesi e ai cancelli dell’ospedale anti-infettivo Sacco, Lei ha nutrito la presuntuosa illusione di contrapporgli le foto del Suo torace con la T-shirt “Milano non si ferma”. Una follìa, in stile Ventennio, non concessa a chi ha responsabilità di primo cittadino. Una porta sbattuta in faccia agli scienziati che avevano già chiaro lo scenario che stava per spalancarsi davanti.

Ora, con migliaia di cittadini che scappano nottetempo dalla città che Lei amministra, se ne esce con un improbabile contrordine: “Rimanete in casa il più possibile”. E il Corriere della Sera, fedele e ossequioso foglio quasi di famiglia, pensa davvero che questa ennesima disinvolta piroetta “scuota” i milanesi?

Signor sindaco Sala, dopo così clamorosi e fuorvianti scivoloni, cominciati con “mangiamo cinese”, proseguiti con “Milano non si ferma” e finiti con la bandiera bianca del “rimanete a casa”, qualcuno deve pur suggerirLe pubblicamente di tacere e scendere dalla scena dell’epidemia. Forse ha già generato troppa pericolosa confusione.

Mi perdoni la franchezza, che per un giornalista indipendente è sempre il principale e più utile ferro del mestiere.

Gianni de Felice

6 thoughts on “Egregio sindaco Sala, mi perdoni la franchezza…ha già generato troppa confusione

  1. Qui di Egregio c’è solo la città di Milano, fatta di mura e di piazze. Gli amministratori non sono egregi, e neppure i cittadini che scappano portandosi dietro la scia del Virus. I Cittadini rimasti, sono gli unici ad avere meritato il titolo di “Egregio”; tutto il resto fa parte del “el gregie” senza testa e polmoni che sfiatano aria inquinata da ideologie marketing ….

  2. Sottoscrivo tutto e aggiungo Caro Sindaco invece di tante ciance perche non emette un’ordinanza per i Condomini perché facciano una disinfezione quotidiana degli ascensori e atri e settimanale dei pianerottoli?

  3. Nulla da dire. Parole sante. La maggior parte dei politici ci hanno rassicurato dicendoci che era una semplice influenza. Poi si e visto. Date retta al Prof. Galli del Sacco e non a queste persone che non sanno più cosa dire.

  4. Ringrazio il Sindco per aver preso due multe in una settimana per essere andato al lavoro in auto e non trovando parcheggi a pagamento ho parcheggiato in quelli dei residente. Lo so che è sbagliato, però ho voluto evitare i mezzi pubblici, ora si parla di fermarli. Grazie Sig. Sindaco anche per avermi fatto pagare l’area C per aver avuto bisogno di andare in centro per lavoro. Non sono fallito per questo ma penso a chi non arriva a fine mese e non può permettersi di non prendere i mezzi. Conosco tanta gente che ha lasciato a casa le colf per paura che prendano i mezzi. Tutti a casa. Grazie sig. Sindaco per quello che fa per noi milanesi. P. S. Io non sono Milanese ma non sono scappato. Rimango in ufficio da solo a lavorare. I dipendenti tutti a casa. Devo andare in ufficio perché seguo le scadenze fiscali dei clienti che nessuno, al momento, ha prorogate. Ma questa è un’altra storia.

  5. Caro sindaco, ci informi su cosa fanno adesso i Suoi collaborato radical chic, che mandano i figli nelle scuole più esclusive Di Milano, immigrati free, e ci tacciavano di razzismo e populismo per aver chiesto la quarantena per gli studenti che rientravano dal capodanno cinese.

  6. Credo non sia il momento di puntare il dito e polemizzare.
    Tutti all’inizio non abbiamo dato il giusto peso alla cosa.
    Cerchiamo di stare calmi e coesi.

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