La natura mangia il tempo, il sole illude l’inizio delle stagioni, il coronavirus è “roba” da uomini. Ma quelle strade vestite di caldo, silenziose ed attraenti, vuote, senza vociare, richiamano volatili che da tempo non azzardavano una passeggiata in centro. E’ il sopravvento della rinascita, anzi, la certezza di una risurrezione dall’incubo. Tre fenicotteri sono stati avvistati al tramonto planare nei cieli di Milano. Un cigno, in serata si è accostato alle paratie del Naviglio Grande, in pieno centro non lontano dalla Darsena. In un comune vicino a San Donato Milanese, zona molto industrializzata alle porte del capoluogo, sono tornate le cicogne.
E infine una famigliola di volpi è stata vista gironzolare per strada nel quartiere Lorenteggio, periferia sud della città. Non guardano, nessuna meraviglia per quel deserto di vie e di intrecci, si accoccolano con indifferenza, preludono a quell’”andrà tutto bene” che l’uomo deve ripetere e ripetere ancora per convincersi. E ai balconi scaccia la paura e la solitudine, canta un’unità forzata dalle circostanze. I numeri che circoscrivono i contagiati e i morti martellano nell’aria, la casa raccoglie in silenzio lo spavento, il dubbio, una vita sociale interrotta. E ripensare alla centralità delle persone, alla rivalutazione delle relazioni, ad un’impostazione più equa della società è il messaggio di questo buio. Non è dato sapere quanto saremo più poveri, quanto la nuova situazione valorizzerà la condivisione anche con le categorie più fragili, ma senz’altro una forma di solidarietà più immediata e attenta, si realizzerà. E la rinascita avrà i colori del sole. E’ questo che i fenicotteri, il cigno, le cicogne ci annunciano.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano