Wilhelm Reich e l’energia sessuale: Pseudoscienza o realtà?

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di Gianfranco Tomei 

Docente di Psicologia Generale presso La Sapienza Roma

Wilhelm Reich fu allievo di Sigmund Freud. Nato in Galizia nel 1897 e anche lui di origine ebraica, Reich entrò nella Società Psicanalitica di Vienna nel 1919. Fu noto per le sue teorie sull’energia sessuale, che erano una prosecuzione di quelle di Freud e in parte le contraddicevano. Rilevante, per quei tempi, la teoria della “Corazza caratteriale” secondo la quale le società totalitarie costringono l’energia sessuale dei giovani in una gabbia, in una appunto corazza, e che da qui provenissero quelle che lui chiamava “biopatie”.

Psicologia di massa del fascismo

La corazza caratteriale è una delle più rilevanti teorie formalizzate da Reich. Nelle sue trattazioni l’energia sessuale doveva fluire liberamente nel corpo dell’individuo, essa poi giungeva ad un momento di acme e di massima tensione che coincideva con l’erezione, fino alla scarica genitale e sessuale (l’orgasmo) che espelleva l’energia in eccesso e ristabiliva lo stato di quiete (1).

In ricerche che preannunciavano quelle sulla Personalità autoritaria descritte da Theodor Adorno (2), Reich descrive le modalità con cui l’energia sessuale, in contesti sociali non consoni, viene deviata e assume delle forme perverse e distorte. Sono i prodromi, nell’individuo, del formarsi della cosiddetta “Corazza caratteriale”, che è un imponente blocco al libero fluire delle energie vitali ed energizzanti proprie dell’individuo sano e in armonia con il proprio corpo. Il corpo stesso viene come rattrappito, si ispessisce, causa la ritenzione dell’energia sessuale e si forma così la corazza, che arriva fino a modificare il carattere dell’individuo, a renderlo duro, spesso, impermeabile all’esterno, inflessibile, e a raggiungere livelli di perversione della sessualità, fino a giungere al sado-masochismo. Questo fenomeno per Reich ha una radice sociale e anche politica, poiché causa della comparsa della corazza fisica e caratteriale sono stati il sorgere dei grandi movimenti reazionari di massa, quali il fascismo e il nazionalsocialismo, fra la prima e la seconda guerra mondiale, e più in profondità, alcune caratteristiche intrinseche alla classe borghese, cioè alla classe dominante per eccellenza.

Le teorie dittatoriali di massa costringevano l’energia sessuale dell’individuo ad incanalarsi nell’adorazione del Leader, e veniva messa la mordacchia a qualsiasi manifestazione psichica e psicologica di tipo sovversivo e anarchico della volontà e quindi della sessualità. Reich sostenne che i movimenti di massa inneggianti alla guerra, al razzismo, al sadismo, sono causati dalla cosiddetta “peste emozionale” (su cui ragioneranno anche Marcuse, Fromm, Hanna Arendt e Albert Camus). Questo concetto, vicino alla psicologia delle masse di Freud e alla nozione di alienazione di Marx, contiene in se alcune “piaghe”, come il nazionalismo e il patriottismo esasperati, il patriarcato, l’autoritarismo, il familismo, la religione, l’obbedienza e le gerarchie, tutti processi che alla radice secondo Reich risultano disumanizzanti e in cui gli individui vengono trasformati in una massa meccanizzata, ad opera di classi dirigenti “psicotiche” che governano i processi sociali ed economici (3).

 Reich e il comunismo

Reich venne presto a contatto con il Partito Comunista d’Austria, nel 1927, e per questo ebbe molti contrasti con colleghi psicanalisti e anche con lo stesso Freud. Reich credeva che i movimenti per la liberazione dell’individuo dovessero partire dalla politica e dalla società, e che non si potesse fare opera di psicoterapia se prima non si risolvessero le contraddizioni interne al sistema di vita prodotto dalla borghesia, che era artefice di modelli di comportamento artefatti e falsi, e dalla Chiesa cattolica, che bollava come scandalosa ogni pulsione sessuale che deviava dall’obiettivo procreativo. Reich quindi prestava la sua opera di medico a prezzi irrilevanti soprattutto alle classi meno abbienti, convinto com’era che la pratica della psicoterapia non dovesse essere appannaggio solo di chi, dall’alto della sua posizione economica, potesse permettersi le ricche parcelle di medici, psicoterapeuti e psicoanalisti. Nasce quindi la visione politica di Reich, che fonde alcune teorie di Freud, soprattutto quelle sociali esposte nel “Disagio della civiltà” (4) (e portandole alle estreme conseguenze) e la dottrina marxista che andava per la maggiore in quegli anni fra le due guerre, complice il successo della rivoluzione d’ottobre in Russia. E Reich abbracciò quindi la dinamica della lotta di classe, iniettandovi all’interno elementi di derivazione psicanalitica, in una combinazione che ispirò per decenni la psicologia storico-culturale, fino ad arrivare a Marcuse e Fromm.

In puro spirito di lotta di classe, quindi, secondo Reich Proletariato e Borghesia venivano a porsi come gli estremi di un meccanismo di divisione della società, in cui la borghesia è vero che dominava, ma era piena di repressione e falsi pudori, mentre il proletariato, sottomesso al giogo del Capitale, aveva in sé i semi di una libertà mentale e sessuale che proveniva dalla Tradizione e dalla vita selvaggia, aperta e priva di compromessi, quale viveva la maggior parte di esso, fuori dai confini della fabbrica, cioè dal luogo del suo sfruttamento.

Il ragazzo del popolo sapeva come guidare e liberare la sua sessualità, era più avanzato, perché più selvaggio, del ragazzo medio-borghese, il quale aveva definitivamente chinato la testa di fronte a Chiesa e autorità paterna, si era irreggimentato, da “bravo ragazzo” a “buon padre di famiglia”, istituzionalizzando la sua libido ad uno scopo puramente procreativo e ispessendo sempre più la sua “corazza” (5).

In anni più vicini a noi, dopo una sostanziale riproposizione delle teorie reichiane in stile più attuale, studiosi quali Herbert Marcuse avevano rivelato che la “Tolleranza repressiva” operata dalle classi dominanti comprendeva sia i ragazzi del popolo che i giovani borghesi, immergendoli nel grande bacino consumistico moderno (6). La libertà sessuale, dopo il ’68, era teoricamente appannaggio di tutti gli strati sociali ma ciò, secondo l’ultimo Marcuse e altri studiosi, aveva prodotto una nevrosi e un livellamento di massa, in cui il sesso era lo scopo, imposto dall’alto, che nascondeva una libertà fittizia e coartata. Questi studiosi rilevarono come il livellamento si era compiuto in Europa e anche in America: i giovani di qualsiasi classe sociale desideravano entrare nell’orbita del consumo, delle merci, e anche la sessualità, invece di essere vissuta liberamente e anarchicamente, diveniva merce da consumare in un diktat che veniva imposto dall’alto, pena l’esclusione dal branco (7). Reich, che fu l’ispiratore di libri come Eros e civiltà (8) e il più tardo One-dimensional man (6), bibbia dei giovani ribelli del ’68, non vide questa deriva della sua tanto auspicata “Rivoluzione sessuale” (9). Ad agire come grimaldello del Capitale nel ‘68 furono i figli di padri borghesi e benestanti, molto più che i figli di contadini e operai, i quali anzi, si trovarono di fatto dall’altra parte della barricata, dalla parte della reazione, nelle vesti di poliziotti impegnati a manganellare i riottosi figli di papà movimentisti (10)

Orgone e l’energia sessuale

Alla fine Reich si allontanò anche dalle fila del Partito Comunista, perché si era reso conto che, specie sotto Stalin, la spinta della rivoluzione del 1917 era sprofondata in una palude di burocrazia e dominata da una elite altrettanto soffocante di quella occidentale, e che la spinta ad una sessualità libera e aperta si era arenata sulle secche di un moralismo puritano e ad una realpolitik che pervadeva tutto l’impero sovietico senza eccezioni.

Così, esule in patria, scacciato dai colleghi psicoanalisti e perseguitato dai nazisti, nel 1939 Reich riparò negli Stati Uniti, e lì approfondì le sue ricerche sull’energia sessuale, e sul concetto più profondo che era alla base di esse, e che lui ribattezzò Orgone. L’Orgone era la radice di tutta la Libido presente nella razza umana, una specie di energia cosmica che Reich iniziò ad indagare e ad investigare con metodi anticonformisti e non convenzionali, almeno secondo canoni prettamente scientifici. Sua fu l’invenzione di speciali “macchine orgoniche”, che dovevano catturare l’energia Orgonica presente nell’atmosfera e anche di speciali apparecchi chiamati “cloudbuster” ovvero Acchiappa-nuvole, che secondo lo stesso procedimento avrebbero dovuto influenzare le correnti aeree e atmosferiche, in una teoria che mischiava alcuni elementi di fisica, all’astronomia e persino all’astrologia. In alcune tarde pubblicazioni asserì inoltre che questi “cloudbusters” gli avevano consentito uno o più contatti ravvicinati con gli alieni, argomento che negli anni ’50 negli USA era molto sentito e risaltava spessissimo sui media dell’epoca (11). Reich, man mano più fanaticamente convinto assertore di queste strane teorie, si fece sempre più nemici anche negli ambienti accademici statunitensi, finchè non fu arrestato e processato per frode medica. Davanti alla giuria Reich si difese da solo, portando come testimonianze le proprie pubblicazioni scientifiche. Fu condannato, ma non per aver asserito tesi antiscientifiche, ma per oltraggio alla corte, ad una pena detentiva di due anni. In prigione cominciò a soffrire di paranoie e squilibri psicologici, e il clima politico maccartista e antisovversivo non giovò alla sua figura pubblica. Arrestato dall’FBI nel marzo 1957 in Pennsylvania, morì per un attacco cardiaco otto mesi dopo, nel novembre 1957, pochi giorni prima del suo rilascio sulla parola.

Le ricerche di Reich testimoniano di un lavoro pionieristico, per quei tempi, e che ebbe molti estimatori: molte scuole di pensiero si rifanno alle sue teorie, dalla Bioenergetica, ai movimenti New-Age alla naturoterapia. Il grande rimpianto fu che negli ultimi anni americani si dedicò con tutto se stesso a formulazioni di dubbio valore scientifico e condotti con euristiche ed ermeneutiche discutibili sia sul piano metodologico che applicativo. Resta anche un grande precursore delle correnti psicanalitiche e psicologiche culturaliste e socio-antropologiche, che a lui si rifanno sotto moltissimi punti di vista.

Bibliografia:

  • Reich, Analisi del carattere, (1933) SugarCo, Milano, 1973.
  • Adorno, La personalità autoritaria, (1949), Ed. di Comunità, Milano, 1973.
  • Reich, Psicologia di massa del fascismo, (1933), Einaudi, Torino, 2002.
  • Freud, Disagio della civiltà, (1930), Einaudi, Torino, 2010.
  • Reich, La lotta sessuale dei giovani, Samonà e Savelli, Roma, 1972
  • Marcuse, L’uomo ad una dimensione, (1964), Einaudi, Torino, 1991.
  • P.Pasolini, Scritti corsari, Garzanti, Milano, 1975.
  • Marcuse, Eros e civiltà, (1955), Einaudi, Torino, 1967.
  • Reich, La Rivoluzione sessuale, (1934), Feltrinelli, Milano, 1963.
  • P.Pasolini, Il Pci ai giovani, su L’Espresso, 1968, poi in Empirismo eretico, Garzanti, Milano, 1972.
  • Reich, La scoperta dell’Orgone, (1948), SugarCo, Milano, 1976.

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