Ho atteso la notte con il buio che divora gli scheletri architettonici di una Milano sospesa. Dal mio balcone ho anch’io gridato la speranza, ho abbracciato la vita, ho cercato di far volare l’angoscia, ma gli spruzzi di luce che tagliano palazzi e strade, non hanno voce e il silenzio tombale ricorda, immagina…E non è necessario che il sonno giustifichi l’assenza di vita apparente: il sole porta la città in una dimensione metafisica, al di là della vita, quasi fosse ingessata. Lo sguardo di De Chirico, Sironi saprebbe forse intuire la poesia. Ma sappiamo il perché ed è giusto che sia così. E mai come ora ho voglia di una Milano spettinata, senza linea, moderna e antica, folle e metodica, squarciata dalla maleducazione e dalla protesta, nascosta ed esibizionista, un po’ cialtrona, ma creativa, operosa e disoccupata, illusa, ma determinata, bella tutta da scoprire. E’ rimasta sgangherata per le famose buche, l’incuria generalizzata, i clochard abbandonati, le discariche abusive, ma nella mia voglia c’è la frenesia della vita che corre, che inciampa, che si rialza. C’è quel mondo che vive con i suoi pregi e i suoi difetti, che regala il pulsare del fare, che domina il tempo. Ritornerà la Milano spettinata e il senso civico dei milanesi comprerà un’infinità di pettini per dare ordine. Nell’attesa è bandita la paura
p.s video realizzato da Sergione Infuso di una Milano deserta
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano