Coronavirus, nelle case di riposo gli anziani muoiono nel silenzio ed è una strage

Lombardia

Decimati, sconfitti da un nemico improvviso, in una struttura non sempre amica, ma necessaria e impreparata a combattere. Gli anziani ricoverati nelle case di riposo pubbliche o private muoiono ed è una strage. Un dato che spesso esula dalle note ufficiali, all’inizio inspiegabile, spesso tenuto nascosto da reticenze e sensi di colpa. Il fatalismo non spiega il numero elevato dei decessi in tutta Italia tra gli ospiti delle case di cura, la sorpresa e l’imbarazzo dei famigliari sono dolore, rimpianto per quel gesto che non hanno saputo fare, per quel bacio che non hanno potuto dare. “Le hanno fatto una foto quando era già nella bara, prima di chiuderla. Sono stati gli addetti delle pompe funebri. Me l’hanno mandata. È stato un atto di pietà, almeno ho visto l’ultima volta mia madre prima della sepoltura, e anche di giustizia: mi hanno dato la certezza che in quel loculo del cimitero c’è proprio lei. Perché io non sapevo più niente». Alcuni, tra gli altri familiari, non hanno ricevuto neppure quella foto. Ne avrebbero avuto bisogno. Almeno come sostegno psicologico, ora che la strage è in parte compiuta, anche se è scontato che altri decessi arriveranno” 44 i morti a Mediglia alla casa di riposo “Borromeo” e forse i «dispositivi di protezione» sono stati presto esauriti e a quel punto era già diventato praticamente  impossibile reperirli in quantità sufficienti. Forse. Corre voce che anche altre strutture siano vittime del diffondersi di questo maledetto virus. Il Corriere notifica che anche in quella del Comune al Corvetto (gestita da una cooperativa), la «Virgilio Ferrari» siano  già morti in sedici e che la  metà degli infermieri e dei medici sono a casa ammalati, gli altri lavorano senza protezioni e senza sosta.

La sollecitudine per chiudere la struttura è immediata e le telefonate alle famiglie seguono senza perdere tempo, ma se telefoni alla struttura per capire, conoscere i dettagli, ti scontri contro un muro di reticenze.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.