Il cuore del Papa parla al cuore di Dio, invoca presenza e perdono, in una preghiera urbi et orbi che abbraccia il mondo, dove l’uomo non è solo, davanti a un piazzale vuoto in una giornata piovosa. Perché avete paura? E’ il grido ripetuto con la forza della fede, è l’indomita speranza di chi crede. “Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti”.
E il concetto dell’unità, di essere insieme, di avere un unico obiettivo è d’obbligo. La solidarietà è una corsa e un valore e per questo ringrazia tutti i volontari e tutte le categorie che non si risparmiano. “Perché avete paura? Non avete ancora la fede?” La sacralità, i gesti ritmati e solenni della benedizione con indulgenza, nel silenzio interpretato da ciascuno con la propria memoria, è stato un momento di pura commozione.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano