“Ho fame”: una bimba grida il vuoto della povertà, ed è il simbolo di questa nuova società

Attualità

“Ho fame”. E la bambina di dodici anni telefona alla Centrale Operativa dei Carabinieri della Compagnia di Vergato, nel Bolognese, ma il luogo è semplicemente emblematico di questo tragico momento. Il frigorifero vuoto, il padre disoccupato e il nulla nell’attesa infinita di una parola, di un gesto. Ho fame per piangere una solitudine senza tempo, un bisogno insaziabile di pane, a volte una vergogna inespressa. Da domani vedremo a Milano quanto e come i buoni spesa di Conte produrranno un tampone valido per chi ha fame, ma ad oggi è constatabile l’aumento delle richieste per accedere alle mense di carità. «Scusate se scrivo a voi, ma sto passando un bruttissimo periodo perché non mi hanno pagato lo stipendio e non lavoro più. E adesso con tutte le spese e i debiti che dobbiamo affrontare non avanzano abbastanza soldi». E ancora: «Penso riuscirete a capirmi, dal momento che siete anche voi dei genitori. E umiliante dover parlare di povertà, ma devo farlo. Non tanto per me, quanto per i miei figli cui non so cosa dare da mangiare» Il papà, riferisce Libero, scrive alla Caritas, altro esempio paradigmatico di questo tempo.

Tutti gli Istituti dal Banco alimentare alle mense per i poveri, sono attive, La dignità di molti diventa pudore e necessità. I clochard chiedono ai volontari “Venite anche domani? Non ci abbandonate”. Le iniziative dei singoli si moltiplicano: Milano è diventata un pozzo di solidarietà, ma che cosa ha capito, fino a che punto stanno operando questo governo e l’amministrazione locale per dare dignità a chi si trova invischiato nelle  macerie che lascia questa maledetta epidemia? Tantissimi i «poveri della porta accanto» ridotti sul lastrico dal lockdown che ha paralizzato la nostra economia Mi vien da pensare che i cosiddetti poveri, spesso furbetti, ex brigatisti con il reddito di cittadinanza siano i più fortunati nel loro dolce far niente…mi viene da pensare che non pensano di poter essere utili alla comunità…E vorrei chiedere a Di Maio: che cosa intendi fare per chi ha lavorato, pagato le tasse, faticato… un reddito per chi ha fame? Il reddito sull’emergenza non basta e non cancellerà il vuoto della miseria.

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