Quelle poche e semplici parole di verità che il governo non vuole dire

Attualità

Sul “Corriere della sera” Guido Tonelli, un fisico capace di dire parole semplici e veritiere anche quando esce fuori dal suo campo specialistico (il che non sempre è pacifico per gli uomini di scienza), scrive che, dopo l’emergenza, “nulla sarà più come prima perché noi non siamo più gli stessi…. Siamo tornati a una visione tragica dell’esistenza”. Credo che sia così, o almeno me lo auguro fortemente per il bene del nostro Paese. Intanto però devo dire che la politica italiana, e qui mi riferisco soprattutto a chi ha il potere in mano in questo momento, in primo luogo al governo, non mi sembra affatto essersi sintonizzata su questa lunghezza d’onda. E, disabituata da anni di politica-propaganda, non sa dire agli italiani quelle poche e semplici parole di verità che in questo momento andrebbero dette. Non c’è un Churchill in giro, nemmeno in miniatura, che, non ci tratti come fanciulli, casomai da abbindolare, ma ci dica che ci aspetteranno anni di “lacrime e sangue”, che una deriva maduriana è dietro l’angolo e che potremo uscirne solo se ci rimbocchiamo le maniche.

E se facciamo affidamento solo ed esclusivamente sulle nostre forze, riscoprendo quel senso di comunità che nei tempi peggiori abbiamo sempre saputo tirar fuori. Sarebbe una parola di verità non bluffare dicendo che al tavolo di Bruxelles l’Italia ha vinto, mentre ha perso su tutta la linea. Che non è vero che lo Stato ha messo in campo una “potenza di fuoco” con l’ultimo decreto, ma che, se anche la cifra fosse adeguata (e non lo è), saranno le banche a servirsi, forse, della garanzia dello Stato in pochi e limitati casi.Sarebbe doveroso non indicare date per le proprie promesse (vedi i 600 euro alle partite IVA), se non si è in grado di mantenerle. L’impressione è che il governo giochi con le vecchie regole, soprattutto della comunicazione, in un contesto che è nuovo ed emergenziale. Pensando di approfittare politicamente dalla situazione, cosa che può avvenire anche momentaneamente ma che sarà un clamoroso boom nel momento in cui la realtà presenterà il suo conto. Nessun Dio ci salverà o salverà la nostra classe dirigente. La vera lungimiranza politica, e quindi anche il vero profitto politico, lo si trarrebbe dalla situazione mostrandosi all’altezza e dicendo parole di verità. Casomai, come capitò a Churchill, si perderebbero le elezioni una volta tornati, si fa per dire, alla “normalità”. Ma sicuramente si passerebbe alla Storia.

Blog Corrado Ocone

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