Una girandola che gira su se stessa e non potrebbe fare altro, ma i colori della vita sono fuochi che accendono il tempo. Ed è un piroettare di iniziative ai balconi, negli striscioni esposti, un augurio solidale con il bicchiere in mano sul pianerottolo di casa, ma sì, andrà tutto bene. Ed è la vita che vuol riprendere il suo spazio. Chiassosa per quanto è possibile, ma poi un violino suona in via Zuretti con la maestria di un violinista della Scala e la malinconia inumidisce gli occhi. Ma sì. Andrà tutto bene…Ma il virus, purtroppo, sembra stare bene, a Milano: i numeri altalenanti su contagi e morti mantengono alto lo stato di allerta e continuano ad oscillare e il grado di mortalità resta ancora alto, soprattutto tra le persone anziane. I medici di base esprimono la preoccupazione che i contagiati sommersi non siano quantificabili, le indagini sulle RSA non diminuiscono le stragi, gli innumerevoli furbetti che tentano la fuga verso il mare, sono incoscienti, nonostante il raddoppio dei controlli e dei posti di blocco. I bivacchi, l’illegalità diffusa non arginano la diffusione del virus in questa città colpita e martoriata. Ma è Milano, con l’incanto della Bellezza, le tradizioni ancorate alla fede, la maestosità dell’opera dell’uomo. Un uomo solo, Andrea Bocelli, a dominare la fragilità con la preghiera, nel Duomo deserto e severo, canta, invoca, interprete vibrante di una umanità sospesa. E chiede la risurrezione di una città, di un mondo oggi sofferenti e feriti.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano