“A Milano i dati non scendono come vorremmo” e “c’è un giusta rabbia perché c’è troppa gente che si muove, lo si legge anche dai commenti sui social. Richiamiamo tutti a stare in casa, c’è un giusto sforzo da parte di tutti gli apparati delle forze dell’ordine e delle polizie locali ma troppa gente è in giro: ciò crea esasperazione tra coloro che si comportano in maniera corretta”. Lo ha detto Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, in una diretta Facebook per fare il punto sull’emergenza coronavirus in Lombardia. “A Milano e provincia ci sono 14.161 positivi, 481 più di ieri, il giorno prima i nuovi contagi erano 412. – ha spiegato Gallera – A Milano città i positivi sono 5.857, 296 contagiati in più di ieri e la crescita comunicata il giorno precedente era di 193 contagi”.
Gallera ha evidenziato però come “lo sforzo un risultato lo sta dando, le simulazioni delle prime settimane prevedevano situazioni agghiaccianti”, rivendicando l’azione “tempestiva” della Regione e le ordinanze restrittive, ma aggiungendo anche che “il controllo delle ordinanze e’ un altro elemento centrale”.
Gallera ha anche parlato della questione tamponi “Stiamo lavorando per attivare il maggior numero di test prima che le persone tornino a lavorare, siano operatori sanitari che cittadini. Oggi la maggiore criticità sui tamponi è la mancanza di reagenti” ha spiegato “i laboratori fanno piu’ di 10mila tamponi al giorno e contiamo, anche grazie a innovazioni da qui a breve, di poter ampliare significativamente” la capacità di eseguire tamponi” che ora “riguarda solo alcune persone”. “Abbiamo deciso di consentire di prolungare la quarantena” ai lavoratori in malattia per covid o presunto covid perché c’e’ un “tempo di latenza di 3-4 settimane” Per cui i medici di medicina generale “devono prorogare le quarantene con certificato medico” con il codice apposito “per consentire a coloro che svolgono attività produttive aperte o servizi pubblici essenziali di restare in quarantena fino al 3 maggio e comunque per 28 giorni”. Una misura che si accompagna alla previsione di “fare più tamponi possibile alle persone in uscita per verificare che non siano più infette”.
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