La somma delle sospensioni delle attività delle imprese nelle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, il 34 per cento delle imprese italiane, ha portato alla compromissione di 114 miliardi di euro di fatturato e alla messa a rischio di 171,3 miliardi di euro di export, pari al 50 per cento di tutte le perdite nazionali nei passati 2 mesi. Lo stop ha determinato, sempre nelle tre regioni, la sospensione dal lavoro per oltre 3milioni e 910mila lavoratori di cui oltre 1milione e 435mila impiegati nel manifatturiero. Sono i primi dati pubblicati dalle Cna di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna dell’Osservatorio economia e territorio sull’impatto economico delle misure di contrasto all’epidemia da Covid19. Ad elaborarli il Centro Studi Sintesi di Mestre.
“Appare chiaro – dicono i tre Presidenti di Veneto, Alessandro Conte, Emilia-Romagna Dario Costantini e Lombardia Daniele Parolo – come sia necessario avviare quanto prima la Fase 2. Crediamo inoltre che la riapertura in sicurezza debba tener conto delle specificità del comparto artigiano. L’attivazione di protocolli di sicurezza specifici regionali deve essere inserita in un quadro chiaro nazionale al fine di evitare ulteriore confusione. Riteniamo inoltre – hanno osservato i Presidenti – che questa indagine, sviluppata su tre regioni che da due mesi sono in prima linea per affrontare l’emergenza covid19, possa rappresentare uno strumento utile per gli amministratori regionali che saranno chiamati ad intervenire con misure di sostegno strutturali in base alle specificità dei territori”.
Con riferimento specifico alla situazione della Lombardia, il Presidente di Cna Lombardia Daniele Parolo è netto: “Non abbiamo più tempo. Le nostre imprese devono poter ripartire in sicurezza o il conto economico che il Covid 19 ci presenterà sarà salato, forse paragonabile a quello in termini di vite umane per i suoi effetti sociali di medio e lungo periodo. La società globale va ripensata, i Governi nazionali e la governance europea possono e devono riservare maggiore attenzione al sistema diffuso e capillare delle produzioni manifatturiere dei territori. Di questi giorni è la fuga in avanti di alcune ATS territoriali sulle regole per la gestione in sicurezza della fase – 2. E’ una deriva pericolosa, serve unità, così come chiediamo tempestività e lealtà al sistema creditizio nell’attuazione del Decreto Liquidità”.
Il segretario di Cna Lombardia, Stefano Binda, ha aggiunto: “La Regione Lombardia faccia buon uso delle sue competenze e della sua forza istituzionale: alle nostre imprese non servono fughe in avanti sul terreno delle regole per la riapertura, ci occorre invece in queste ore un’autorevole azione di coordinamento con il Governo e un incremento del peso economico delle pur apprezzabili misure di supporto già annunciate nei giorni scorsi. Misure di supporto capillare in conto capitale, anche con piccoli importi, di 5-10 mila euro, per singola impresa, costituirebbero un segnale apprezzabile e un’iniezione di fiducia”. (askanews)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845