Il governo ha annunciato un prezzo fisso per la vendita delle mascherine chirurgiche pari a 50 centesimi. Le farmacie non sanno cosa fare e si adeguano in maniera differente.
È caos mascherine dopo che domenica sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che il prezzo di vendita al pubblico di queste sarà fissato a 0,50 euro. L’Informatore ha avviato un’inchiesta tra alcune farmacie milanesi e fuori Milano per capire come i farmacisti si stanno organizzando.
Tutte le farmacie si sono interrogate su come sia possibile vendere ai clienti a un prezzo inferiore rispetto al costo sostenuto in origine per acquistare le mascherine dal fornitore. Risultato? Il caos, o meglio, ognuno ha deciso di agire come meglio crede in attesa di disposizioni più chiare.
La reazione più comune, tra i farmacisti intervistati dall’Informatore, è quella di congelare la vendita. Diverse farmacie hanno disponibilità di mascherine chirurgiche, che fino a venerdì scorso vendevano a 1,50 euro l’una circa. Ora che il prezzo di vendita è sceso a un terzo del valore precedente, alcuni hanno deciso di continuare a vendere solo quelle lavabili, a costi anche superiori ai 5 euro al pezzo, e le fp2 che possono superare anche i 10 euro al pezzo.
Una farmacia monzese invece continua a vendere al prezzo precedente: 10 mascherine a 14 euro. Ma la maggior parte dei titolari preferisce aspettare qualche giorno perché la normativa non è chiara. C’è chi però si è già adattato: una farmacia di Lambrate vende le mascherine a 60 centesimi l’una, mentre un farmacista milanese ha affermato che per ora ha smesso di venderle perché l’offerta migliore che ha ricevuto da un’azienda produttrice è di 0,45 centesimi a mascherina + Iva.
Per quanto sia evidente la necessità di andare incontro alle esigenze straordinarie di questa emergenza, tuttavia si è levato un coro di protesta da parte di Federmoda la quale giustamente sottolinea la difficoltà di vendere una mascherina a 50 centesimi visto che a questo prezzo vengono a malapena coperti i costi. Una strategia, quella del governo, che fa pensare che forse Palazzo Chigi ha in programma una grossa importazione di mascherine dalla Cina, dove i costi sono nettamente inferiori per una serie di ragioni locali ben note.
Tuttavia, come riporta il Corriere della Sera, il commissario Arcuri ha fatto sapere che il governo ha firmato un accordo con cinque aziende italiane che metteranno sul mercato mascherine chirurgiche a un prezzo medio di 0,38 centesimi l’una. Sta di fatto che questo procedere da parte del governo costituisce uno schiaffo alle imprese italiane, soprattutto a quelle che per prime hanno deciso di mettersi in gioco per dare una mano quando è scoppiata l’epidemia.
Simone Fausti
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Grazie alla genialata di Arcuri che impegna con il denaro degli italiani lo Stato all’acquisto di 660.000.000 milioni di mascherine di bassa qualità a 0,39 cent. da 5 aziende italiane, e con l’obbligo di rivenderle al pubblico ad un massimo di 0,50 cent, non si va a colpire chi vendeva le mascherine a 20 euro o più l’una, ma piuttosto si va a rimpolpare le casse di “solo?” queste aziende per un indotto di 51.480.000 (milioni di euro) l’una. Al contempo si dà una bella zappata sui piedi alle tante aziende italiane che, messe in ginocchio dal lockdown, hanno riconvertito la loro produzione per la produzione di mascherine, magari acquistando con sacrifici macchinari e materie prime ad hoc, e che non rientrano nei prezzi imposti dal ‘genio’ di cui sopra, perché la manodopera e la qualità ha un costo; poi si dà una zappata alle aziende che hanno già acquistato mascherine a prezzi più alti dei 50 cent (magari perché italiane o comunque di qualità superiore); infine si va ad alterare la libera concorrenza sul mercato sotto la bandiera del prezzo calmierato. Il risultato quale sarà? Pochi (ancora una volta) si arricchiranno e bene, altri importeranno dalla lontana Cina mascherine “di qualità”, il tutto a svantaggio di tante aziende italiane che chiuderanno presto le aziende. Il “genio” è orgoglioso di questa scelta, e del prezzo fuori mercato, io ne vedo una convenienza solo per pochi… bastava tenere un po’ più alta l’asticella proponendo un prezzo più realistico considerati i costi e le diverse tipologie di DPI.
Ma per andare sui mezzi pubblici o negli ambienti chiusi è NECESSARIA la ffp2/3!!! Altro che chirurgiche tutte aperte!.
Le ffp2 a 0.50 € ci dovete dare!