Riflessioni, nel suo blog, di Nicola Fratoianni Segretario Nazionale di Sinistra Italiana – deputato. Per fare domande, le stesse che molti si pongono, per rilevare contraddizioni e incoerenze, per concordare che agli “annunci” di Conte mancano il pulsare della vita e l’autonomia di essere persone pensanti, le esigenze del vivere. In sintesi:
“Il grande assente nel discorso del Presidente del Consiglio è stata la vita, nella sua dimensione complessa. La vita dei bambini, dei giovani, di chi vive una condizione di fragilità e marginalità. Le necessarie precauzioni, l’ormai famoso distanziamento sociale, non possono diventare infatti sinonimo di azzeramento della vita sociale.
Ciò che risulta difficile capire, e dunque difficile accettare, è perché si possa riprendere l’attività economica mantenendo forme così strette di controllo sociale. In fondo avevamo già notato la sproporzione tra l’epopea della caccia al runner e la “strage” nelle RSA, tra la negazione di una passeggiata e il contagio nelle fabbriche del bergamasco chiuse troppo tardi in nome della necessità di produrre.
Per questo, dopo due mesi di lockdown, serrato per le vite e un po’ meno per la produzione, c’è una domanda alla quale non è possibile evitare di rispondere. La fase due, annunciata poche ore fa è il frutto di una regressione sufficientemente significativa del virus? Talmente significativa da garantire che la ripresa generalizzata delle attività e di tutto ciò che a queste è correlato (a cominciare dalla questione assai critica dei trasporti) si possa svolgere in sicurezza?
Bene, se è così allora si può e si deve allentare anche la morsa sulle libertà individuali. Che senso ha stabilire la possibilità di vedere i parenti e impedire quella di vedere amici? Perché impedire a due amici di cenare insieme? E in fondo, se si può riaprire uno stabilimento con centinaia di dipendenti perché impedire che riapra un piccolo negozio di prossimità nel quale è possibile – come avviene ora per i negozi di generi alimentari – contingentare gli ingressi in modo ordinato e sicuro?”
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845