E sarà divertente, forse. Tutti hanno capito tutto o non hanno capito niente, e ci sono cartelli esplicativi, siti orientativi, ma chissà se ci sarà il buon senso? Perché c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha, c’è chi osserverà la nuova segnaletica gigante e chi non apprezzerà lo scempio nelle strade, i marciapiedi rimpiccioliti, la spazio per le auto falcidiato. Ma è la libertà. Sarà vero? Diventa comunque un problema qualsiasi proposito di movimento, il tempo che corre e non rispetta le file, il caos delle biciclette, ammesso che siano usate. La “liberazione” ha tanti ma che non vorrei facesse rimpiangere il divano, ma l’idea di assaporare lo smog è talmente forte che tutti promettono di osservare regole e distanze. E sarà obbligatorio con le buone o con le sanzioni. Da oggi saranno presenti 650 agenti della Polizia locale impegnati in città, 120 pattuglie per turno, di cui 18 espressamente dedicate alle richieste riguardanti il trasporto pubblico. E, se non bastano, dice il comune, aumenteranno. Una città sorvegliata speciale che niente ha a che vedere con la fiducia nei cittadini. Cittadini milanesi, s’intende, perché gli “ospiti” continueranno ad essere anarchici nei movimenti come sono sempre stati. Ma forse c’è una soluzione che se ne infischia di strisce di cartelli e cos’ via: il monopattino. Sì, quello che sfreccia come un siluro, incurante dei pedoni, delle bici, delle auto. Va, evita l’uso del bus e anche del metrò, sghignazza in velocità, diventa il re della strada e chi l’ha visto, l’ha appunto visto. Un po’ d’ironia non guasta, in attesa degli eventi.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano