Caro Sindaco, meno teatrini e più aiuti ai poveri

Milano

Questo non vuol essere un articolo polemico. Però se non parliamo noi urleranno le pietre. Il fondo di mutuo soccorso del Comune ha raccolto, in piena pandemia, 14 milioni di euro. Una cifra importante, donata in un periodo difficile per tutti. Come verranno spesi ce lo dice Sala:

“Quattro milioni – ha spiegato – li diamo per il bisogno immediato delle famiglie più in difficoltà, 2,5 mln ai nidi e alle materne private che completano l’offerta pubblica, oggi sono in difficoltà. Due milioni li diamo alle piccole iniziative nel mondo della cultura, che sono in difficoltà estrema. Sono chiusi, non sanno quando apriranno, ma sono parte fondamentale del nostro tessuto sociale”

Due milioni di euro. Due. Milioni. Di. Euro. Alle piccole iniziative culturali. Ovvero cose per pochi intimi. Che non vedrà presumibilmente nessuno, stante il fatto che sono ferme. Il che, per carità, se nessuno a Milano rischiasse la fame, se non ci fosse il concreto pericolo di persone per strada visti gli affitti ancora pre crisi. Sarebbe ottimo, se non avessimo centinaia e migliaia di giovani senza gli strumenti per la scuola a distanza, costretti a fare lezione da cellulare. Sarebbero ottimi, se non dovessimo pensare a dire, concretamente, grazie allo straordinario impegno di infermieri e dottori. Magari rendendo loro la vita più facile.

Insomma, se dobbiamo stanziare due milioni di euro (quattro miliardi delle vecchie lire), siamo proprio certi che le piccole iniziative culturali siano una priorità? Sì, ho capito, sono chiusi e rischiano di non riaprire. Benvenuti nel mondo socialista che avete sempre sognato, con lo Stato che decide chi vive e chi muore economicamente. Succederà a migliaia di imprese, se andiamo avanti così. E tutto con una ricetta che sta avendo degli evidenti limiti e che abbiamo scelto solo noi al mondo. Ma davvero gli vogliamo regalare questi soldi?

Non sarebbe meglio sfamare la gente, istruire i giovani, curare gli anziani, dire grazie agli eroi in camice e prepararsi ad una difficilissima transizione? No. No, figuriamoci. Non a dodici mesi dalle elezioni. I bambini non votano, i poveri non è detto lo facciano come vogliono lorsignori, i medici non sono in vendita. Meglio le piccole iniziative culturali. Su quelle puoi sempre contare. Questo articolo, ve lo assicuro, non voleva essere polemico. Ma come si può? Davvero, come si può accettare una cosa del genere in silenzio?

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