Intervista a Colombo Clerici : nel “new normal” il rilancio del turismo internazionale

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Nel New Normal di Colombo Clerici l’idea di Paese, l’idea di Milano Assoedilizia. “Penso a New York che, in piena pandemia, ha lanciato un messaggio forte: New York c’è”

The New Normal? Of course. Nella comune accezione economica, il New Normal indica la definizione di una rinnovata stabilità finanziaria dopo eventi profondi che l’hanno alterata; un’accezione più raffinata, però, traduce questa formula come un processo di crescita, magari più lenta, ma di maggiore qualità. In vista di una ripartenza post Covid-19, in certa misura è quanto pensa Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, l’antica Associazione milanese della proprietà edilizia, in pista dal 1894. “Siamo convinti afferma infatti che il New Normal si debba affrontare di slancio, con una proiezione delle nostre realtà urbane sul piano internazionale; una proiezione forte, per riconquistare il ruolo turistico che avevamo”. Meno quantità e più rapidità? Certamente più qualità. “Perché il nostro futuro continua Colombo Clerici si gioca ormai sul turismo. Le nostre non sono più città industriali. Il nostro Paese non è più una potenza industriale. Ha cessato di esserlo da più di vent’anni”. Messaggio chiaro, nitido, che più non si può. Non per questo, tuttavia, è minore la difficoltà dell’intento. “Il turismo afferma Colombo Clerici – è molto più difficile da mettere in moto. Non è come una fabbrica che apre i battenti, chiama a lavorare gli operai, schiaccia un bottone e parte la produzione di milioni di pezzi, basta che arrivi un ordine dalla Cina. Il turismo si conquista pezzo a pezzo e si realizza con la fiducia”.

Dunque, punto primo: “Dobbiamo infondere fiducia per far muovere i viaggiatori a raggiungere l’Italia. Sì precisa il presidente di Assoedilizia perché parlo di turismo internazionale, quello che conta ormai”. In questo caso, ad accoglierlo ci sarebbe Milano o, meglio, il sistema Milano. “Questa città ha una filiera turistica importantissima, dagli hotel ai resort di tutti i generi. Poi, però, ha un indotto che vive sui flussi turistici; dal reticolo delle botteghe artigiane a quello dei negozi, dai grandi centri commerciali ai grandi punti di ritrovo ed eventi”. Riattivare questa tipologia turistica, quindi, non solo porterebbe ricchezza e vitalità all’intero comparto, ma attrarrebbe “anche investimenti. Se una città è vitale ed ha appeal è la normale conseguenza”. Per tutto questo, Clerici chiede che “si formi una grande alleanza per il rilancio dell’immagine del nostro Paese. Un’operazione molto difficile sottolinea perché dobbiamo essere in grado di delinearla”. Se ciò apparisse proibitivo, il presidente di Assoedilizia non ha dubbi: “È lo stile italiano a far premio, a partire dalla cultura, dall’efficienza economica, dalle bellezze del paesaggio, dall’enogastronomia”. Il turismo estero incide per circa il 40%; il 60 % è adducibile a quello interno. “Se penso ad una grande città come Milano, e pur grato ai connazionali che qui ci raggiungono, ritengo che dobbiamo far l’impossibile per recuperare quel 40% e farlo crescere”. Possibile tutto questo? “Dobbiamo renderlo possibile. Penso a New York che, in piena pandemia, ha lanciato un messaggio: New York c’è. Hanno cioè detto ‘noi ci siamo, noi siamo un punto di riferimento per tutto il mondo. Milano, sul piano dello stile di vita, non ha niente da invidiare a New York: si pensi al lusso, alla moda, ai beni culturali di cui disponiamo. Lo dico con una battuta: per la ripresa, abbiamo proprio bisogno di presentarci come la città che va in bicicletta? Al di là della delicata immagine retrò, poetica, naturalistica, penso che Milano possa ben competere su altri ed innumerevoli piani, senza arretrare davanti al futuro”.

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