Mentre le code a Porta Venezia e Corso Buenos Aires si allungano senza soluzione di continuità, una domanda sorge spontanea: perché imporre piste che nessuno vuole e non mettere a posto quelle che già ci sono? L’esempio classico, da noi più volte denunciato, è quello di via Pompeo Marchesi, storica battaglia del consigliere Franco Vassallo del Municipio 7. I cittadini, infatti, quella pista la vorrebbero poter usare. In sicurezza. Ma il Comune non pare interessato. Meglio farne di nuove (male) che mettere a posto quelle già esistenti? Dichiara il consigliere Vassallo:
“Sono oramai 3 anni che le radici degli alberi hanno sollevato l’asfalto della pista ciclabile in via Pompeo Marchesi, per di più adiacenti ad un asilo nido.
Sono 3 anni che i cittadini invocano al Sindaco, all’assessore Granelli e al reparto competente di eliminare il pericolo per i pedoni e per i ciclisti .
Ma, ahimè, il Comune è sordo e
non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Il sindaco Sala e il suo pseudo assessore sono abilitati sola a far danni alle piste ciclabili di corso Buenos Aires, corso Venezia , via Monterosa a breve via Marghera e prossimamente, per finire in bellezza, via Legioni Romane, Un quinquennio da premio Oscar.
L’asfalto sollevato della pista ciclabile di via Pompeo Marchesi è lì in bella vista e ben illuminata anche di sera, con l’ultima beffa ai cittadini.., i lampioni riverniciati a nuovo sono più importanti della sicurezza dei pedoni e delle biciclette.
Spero che questo menefreghismo del sindaco permanga fino alla prossima campagna elettorale, Quale miglior biglietto da visita che dimostri l’inefficienza di questa pseudo giunta”.
L’amara ironia del consigliere fa eco all’indignazione di molti cittadini. Che vedono le periferie (dove le piste farebbero meno danni e sarebbero più utili) ignorate e il centro occupato manu militari. Perché, mai dobbiamo dimenticarlo: le piste ciclabili, secondo molti, non servono per far circolare in sicurezza i ciclisti. Hanno il solo scopo di rendere la vita impossibile agli automobilisti, a costo di sacrificare tutto il resto. E, siccome in periferia non si riesce a dare abbastanza fastidio a chi guida, ci si concentra in centro. A buon rendere, Beppe, a buon rendere.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,