Tu rubi lo spazio a me e io rubo lo spazio a te: in sintesi quello che succede nel caos che spesso si verifica per la strategia sulla mobilità e la legittima espansione del commercio che deve ripartire. Il celeberrimo distanziamento, gli accessi contingentati, le piste ciclabili imposte anche dove non era necessario, stanno disorientando i milanesi e lo spazio obbligato per precauzione e per prevenire il contagio è determinante nella lotta quotidiana per la sopravvivenza. Chi non lo rispetta per eccesso di gioia di vivere e incoscienza è da subito messo all’indice e il riferimento alla movida o ai parchi affollati non è casuale. E che Sala si incazzi è la manifestazione più plateale, ma anche la più sorprendente “Mi auguro che non ci sia bisogno di fare nient’altro di restrittivo, però anche noi stiamo sperimentando e cercando di capire qual è la ‘gradazione’, non mi va certamente di avere nessun atteggiamento da sceriffo, non credo che sia neanche sano” Dichiarazione di Sala al termine dell’incontro in Prefettura, dopo aver annunciato il nuovo provvedimento per il divieto di asporto di alcolici dopo le 19 per evitare assembramenti nelle zone della movida. Insomma il contagio gira e passeggia solo in zona Navigli? C’è da rimanere basiti se si fa osservare l’esistenza di bivacchi dei migranti, degli abusivi ammassati negli edifici abbandonati, nelle cantine occupate. E che dire degli ubriachi che frequentano i market etnici? Per non evidenziare le zone franche dei Rom e dei Centri sociali…I protagonisti rigorosamente senza mascherina sono intoccabili: Sala non s’incazza e li ignora. Così Milano si amministra quasi che il Coronavirus abbia “razionalmente” escluso che migranti e Rom siano contagiati. Eppure potrebbero vanificare gli sforzi dei milanesi.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano