Per prima cosa, ringrazio il Capo Gruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, Fabrizio De Pasquale, per aver accettato d’essere rappresentato nella vignetta odierna.
Era il 12 Luglio del 2003 ed era un sabato mattina, quando alle ore 08:00 circa, in compagnia del mio Amico Riccardo Zerbini, feci la prima di una lunghissima serie di pedalate, che da V.le Molise a Milano, mi portarono a Porto Palo di Capo Passero… Sicilia.
Pensate che una persona che ha percorso 1.677 Km in 15 giorni in sella ad una Mountain bike in alluminio, di marca Specialized … possa non amare la bicicletta? Ecco… bravi.
Della ciclabile di Porta Venezia si è già molto discusso, come della ciclabile in C.so Buenos Aires che, oltre a moltissimi cittadini, non piace al 93% dei commercianti delle vie ove transita, che l’hanno bocciata, per tramite di AscoBaires, definendola «pericolosa e inutile».
Che poi… definirle piste ciclabili, vuol dire essere degli inguaribili ottimisti, probabilmente è più corretto chiamarle linee ciclabili, che ad oggi non è dato sapere se saranno definitive.
Le prime pacate contestazione che sollevo, è che sono realizzate senza un cordolo vero e proprio che tuteli il ciclista, sono state tracciate in pochi giorni, senza essere preavvertite da nessuno e non hanno alla base una progettualità condivisa con il territorio che interessano. Mi dicono, inoltre, che siano state realizzate senza un vero studio di fattibilità ed in deroga al codice della strada, tant’è… che il primo tracciamento, è stato oggetto di una urgente modifica.
Contesto anche, sempre stando a quanto mi risulta, che per la realizzazione di queste e di alcune altre ciclabili, siano stati impiegati fondi per la manutenzione ordinaria delle strade, quando a Milano, il 17% degli incidenti che coinvolgono ciclisti e motociclisti, sono causati da buche nell’asfalto, come evidenzia il Movimento MuoverMi e Piattaforma Milano, con la sua iniziativa “Caccia alla buca”.
Non dimentichiamoci anche, che solo in C.so Buenos Aires ci sono circa 350 attività commerciali che movimentano merci; non dimentichiamo che molti di voi ormai comprano molti prodotti on-line. Milano è una città che si muove… che trasporta… che lavora, dimezzare le corsie in alcune delle tratte urbane più trafficate, non penso sia una soluzione funzionale. Ad esempio: Siete transitati per P.zza Oberdan in questi giorni?
Mi sono già espresso più volte in difese dell’ambiente, proponendo svariate soluzioni, anche innovative, ma è sbagliato pensare che lotta all’inquinamento, corrisponda a lotta contro l’uso dell’auto, secondo Arpa, il traffico veicolare impatta sull’inquinamento totale in Lombardia, per solo il 14%
Vogliamo toccare il tema V.le Monza? Bene… pare che siano allo studio due modalità d’intervento:
-eliminazione parcheggi a lisca di pesce sulla destra della carreggiata, per far posto alla ciclabile.
-creazione della ciclabile sulla sinistra della carreggiata, di fianco allo spartitraffico di mezzeria. Ci pensate?
La bicicletta è sicuramente un mezzo utile, salutare, capace di snellire il traffico cittadino, ma necessità di progetti attenti, perché sia anche sicuro e perché non comporti disagi.
Per non contestare e basta, faccio le mie proposte.
Per prima cosa, occorre che quando si usa la bici… non te la rubino, considero fondamentale creare delle isole di deposito protette, in punti strategici della città, poi, occorrerebbe estendere il servizio di bike sharing, con stalli dedicati, a partire dalle fermate della MM e andando finalmente in direzione periferia. Inoltre, le piste ciclabili devono necessariamente essere collegate tra loro è impensabile rappresentino dei tronconi che non hanno funzione di collegamento, ricordate i raggi verdi di cui si parlava nel 1996 con il Sindaco Moratti? Infine, le strade necessitano di un fondo stradale perfettamente manutenuto, compresi i tratti piastrellati con il Pavè, che non è pericoloso come alcuni asseriscono, ma lo diventa se non manutenuto.
Si potrebbero pensare a percorsi ciclabili su strade secondarie, imponendo limite a 30Km/h, in questo caso, non sarebbero necessarie le piste ciclabili, ma occorrerebbe l’occhio vigile della Polizia Locale per far rispettare le prescrizioni e, sicuramente, l’inasprimento delle pene per l’omicidio stradale.
Insomma, concludendo, non si contesta il “cosa”, ma sicuramente il “come”.
W la bici!
Eccovi la vignetta N°95!
Continuano le avventure di: “ErMi… il consigliere polito “.
Disegni di Giorgio Romanelli.
Testi e contesti di Erminio Galluzzi
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E’ l’obbligo ad utilizzare un mezzo meno sicuro, meno confortevole, meno eclettico e più faticoso dell’automobile, che non è tollerabile ed anticostituzionale. Le piste si fanno dove c’è spazio sufficiente per tutti, pedoni bici, auto, ATM e non rubando spazio e beneficio di un utenza occasionale, ‘finesettimanara’, non oberata da tasse di circolazione, passaggi di proprietà ed accise sui caburanti. Tra poco lo stato di emergenza cesserà e si potrà riempire di nuovo le metropolitane. Mi aspetto che questi obbrobri siano subito cancellati. Verooo?
PS dove pensano, i geni del comume+AMAT, che si scaricherà il traffico già imbottigliato di viale Monza? Ma su Fulvio Testi. Quel viale con i multavelox cash-machine…