Mattia Feltri da Huffington Post delinea con lucidità la posizione sorniona, perché conviene, del PD dopo la bomba che ha interessato il mondo giudiziario. E i sempre verginelli che sanno intrallazzare e tacere, un piccolo esame di coscienza dovrebbero farlo. Finalmente e con l’umiltà che non conoscono ma che dovrebbero “comprare” in questa occasione. E se lo sconcerto di Mattarella è grave, il vaso di Pandora comunque è stato scoperchiato dalle chat intercettate di Palamara e dovrebbe dare l’opportunità a molti anche del PD di chiedere scusa. Ma occorre la coerenza e la schiena dritta. Scrive M. Feltri “Tocca dire le cose dal lato brutto da cui non si rimedia: così non funziona più. Il doppiopesismo, il collateralismo coi magistrati e le loro inchieste, il senso di superiorità, la grazia burbanzosa nel cascare dal pero, l’inclinazione a discutere della moralità altrui, presupposta per autocertificazione la propria, non andavano bene nemmeno prima, per niente, hanno contribuito a intossicare la vita politica italiana, ma perlomeno erano gestiti da Massimo D’Alema o Walter Veltroni, uomini strutturati, cresciuti a scuole politiche serie, capaci di usare la testa e il vocabolario, e a cui non era facile far fronte” Ovviamente è una visione da sinistra, ma prosegue “L’esibizione del Partito democratico negli ultimi giorni, davanti alle intercettazioni pubblicate dalla Verità, è stata più piccina che esecrabile. Insomma, saltano fuori membri togati del Csm (il sacro luogo dell’autogoverno della magistratura) impegnati a riconoscere le ragioni di Matteo Salvini indagato in Sicilia per gli sbarchi negati, e tuttavia a dargli pubblicamente addosso per convenienza politica; salta fuori il vicepresidente dello stesso Csm, Giovanni Legnini, del Pd, in tour telefonico con i capi delle correnti per sollecitargli un documento di solidarietà al procuratore e dunque di distanza da Salvini; salta fuori, ancora, il colloquio fra un paio di pm (uno è il solito Luca Palamara) in cui viene esplicitato il dubbio di chiunque, che Legnini non stesse ubbidendo a elevate incombenze istituzionali, ma a più dozzinali esigenze di consenso….Al cospetto dei baratti da mercato di Wuhan per le nomine, allo svilimento del ruolo e della dignità di un’istituzione altissima, alle telefonate da comari, alla gestione fallimentare, agli intrecci da ballatoio, un’alzata di spalle pare sufficiente. Si conta sulla distrazione generale. Urge mandare a processo il sequestratore Salvini e farne uscire dalla porta sul retro il premier Conte, che adesso serve alla ditta e dunque serve immacolato. Il niente politico. Il niente strategico. La stessa burbanza di sempre, ma senza le spalle larghe e la capacità di mondo”. Parole inequivocabili, considerazioni taglienti, critiche pragmaticamente vere. L’articolo sembra un duro avvertimento “Finché non arriva Sergio Mattarella (santo subito). Basta l’elenco di sostantivi e aggettivi: grave sconcerto, riprovazione, degenerazione, inammissibile commistione fra politici e magistrati, costume inaccettabile, affermazioni gravi e inaccettabili. Cari Zingaretti, Orlando, Legnini eccetera, a chi pensate fossero indirizzate quelle parole? A Palamara? E basta? O anche a voi? Non è il caso, dopo tre decenni a nascondersi dietro un irrisolto senso di superiorità, intellettuale e morale, e a giocarsi le inchieste di procura per degradare l’avversario non sapendo innalzare sé, di mettersi a fare un po’ di normale, semplice, dignitosa politica, per quanto si può?”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano