Caro ciclista, la enfatizzazione di un’ideologia pseudo ambientalista di Sala, non ti autorizza a disporre del tempo e dello spazio, soprattutto in un’emergenza occasionale di un automobilista, che in questo caso era anche disabile. La protervia di alcuni ciclisti oggi si è rafforzata quasi fossero unti da un signore che dà loro sicurezza, superiorità. Ovviamente non tutti sono così, ma la centralità delle piste ciclabili spinge a professare un senso di superiorità che può diventare violenza.
Vittima di un episodio vigliacco è un giovane poliziotto, Bruno Varacalli, a cui hanno amputato una gamba. Scrive sulla sua pagina Facebook “Una breve storia che ha dell’incredibile, percorro con la mia auto corso Buenos Aires, felice perché da lì a qualche minuto riabbraccerò il mio piccolo Thomas per festeggiare il suo settimo mese. Mi fermo al semaforo, l’auto si spegne, batteria a terra.
Con molta fatica vista la mia disabilità sposto l’auto quel tanto che basta, invadendo di qualche cm le strisce pedonali, per non intralciare il traffico, accendo le 4 frecce per segnalare l’ingombro ma da li a poco si spengono anche quelle. Chiamo l’assistenza stradale che attiva subito un carro attrezzi per rimuovere la macchina. Mi fermo vicino alla macchina scusandomi anche con le persone che si lamentavano dell’ingombro. Ad un certo punto mentre sono lì arriva un ragazzo con la sua bici, si arrabbia perché la macchina è lì e gli da un pugno sul cofano motore, danneggiandolo. Lo fermo e gli chiedo cosa gli salta in mente, ma per tutta risposta mi arriva un pugno sul collo da un terzo uomo. Nonostante i dolori al collo faccio presente che l’auto è in panne e mi rispondono che non gliene frega un cazzo e che la macchina dovevo spostarla subito.
Va bene essere ambientalista, ma gli estremismi sono sempre e comunque deleteri, specialmente quando sfociano in una violenza gratuita. Di tutta questa storia il trauma cranico é la cosa meno grave…”
Bastava un gesto di umanità, di comprensione.