“ E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: “Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente”. (Martin Luther King) La libertà di pensiero, di analisi, di giudizio, prima ancora dell’indipendenza dell’azione. Il razzismo è diventato una categoria, paradigma comodo e immediato per catalogare persone, fatti, fenomeni. E che siano lo specchio di un politicamente corretto che escludano con severità e dogmatismo, altre considerazioni, altri parametri. Essere antirazzista è un abito che accomuna, dà il senso di appartenenza ad un’èlite che della superiorità intellettuale ha fatto una bandiera. E allora si elimina un film (o un libro, o un intero autore), come ha fatto, nello specifico, la piattaforma streaming HboMax, senza contestualizzarlo nel periodo storico, dove un vero razzismo divideva bianchi e neri, schiavi e padroni. Ma molta cinematografia del tempo era razzista, molti scrittori, un mondo, insomma, non edificante ma purtroppo reale. Ma oggi quell’abito è indossato da un’infinità di Dem, da Est a Ovest: un’unica parata che attribuisce con facilità estrema titoli e pregiudizi quando fa comodo, quando vuole esprimere disprezzo, quando la sua verità è altro dalla tua. “Io ho davanti a me un sogno che il mondo colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.” E’ razzista chi protegge i migranti a parole e permette che vivano come topi, chi li lascia abbandonati nel degrado, accartocciati nell’immondezza, chi per non avere pregiudizi, li lascia sopravvivere nella delinquenza. E’ razzista chi non vuole dialogare, esclude il confronto di idee, riecheggia slogan antistorici e violenti, vivendo uno status illegale. E’ razzista chi impone la propria visione di una realtà ideologica, sino amministratori, giornalisti, scrittori. E’ razzista il gesto dogmatico di chi ha il potere.
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