Apprendiamo con grande sgomento che dei collettivi studenteschi/universitari, quali Laboratorio Universitario MEtropolitano e Rete degli Studenti Medi, abbiano rivendicato a mezzo stampa e sui propri canali social l’attentato alla statua ed alla memoria di Indro Montanelli.
“Siamo convinti che, senza una giusta revisione critica, la storia non possa definirsi tale. Essa va intesa come materia viva, soggetta a cambiamenti, e non possiamo fingere di non sapere che le statue che ne celebrano i protagonisti hanno una funzione sociale collettiva, perché occupano lo spazio pubblico rappresentando ciò che una classe dirigente decide di celebrare della propria storia.
In un momento globale così importante – che da ogni parte del mondo ci vede capaci di infrangere barriere e abbattere idoli di un mondo che non deve più esistere – crediamo che figure come quella di Indro Montanelli siano dannose per l’immaginario di tutti.”
Questo è un estratto del loro comunicato con il quale questi soggetti si professano cultori della storia e del sapere assoluto, arrogandosi l’onniscienza di definire un’unica visione di “giusto” e “sbagliato”, di “buono” e “cattivo”, logica secondo la quale gran parte della nostra memoria storica dovrebbe essere cancellata poiché contraria ai valori di una millantata società contemporanea, fautrice di un solo pensiero unico, avversa a qualsiasi forma di alterità, di confronto.
“Rara temporum felicitas, ubi sentire quae velis, et quae sentias dicesse licet”, mai come oggi siamo così lontani dalla libertà di espressione, di pensiero, di formazione ed educazione: sono anni che condanniamo la “furia iconoclastica” dei terroristi islamici, dimenticandoci tuttavia dei cronici attacchi domestici, che ci colpiscono nell’intimo della nostra storia e che come unico risultato finale hanno questi atti vili e deplorevoli ai danni del patrimonio storico culturale.
Saremo sempre dalla parte della della libertà, della libertà di pensiero, ma non possiamo che condannare fermamente questi atti d’ignoranza mossi da vere e proprie organizzazioni terroristiche, forti di simboli e loghi, ma tanto deboli da non trovare il coraggio di mostrare i propri volti.
Auspichiamo che le autorità competenti prendano provvedimenti, augurandoci che le nostre scuole ed università, luoghi di cultura, sapere e ricerca della verità, non siano più ostaggio di una falsa democrazia che a nome del collettivismo, dello statalismo e di parziali valori sociali non fa che mettere a repentaglio la libertà e la sicurezza di ciascuno di noi.
Paolo Lorelli
(Dirigente Nazionale Studenti Per le Libertà)
Sofia Pelizzari
(Vice Coordinatrice SPL Lombardia)
Massimiliano Ambrosoni
(Coordinatore SPL Milano)
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