Quel silenzio che parla di opportunismo, di malafede, di ipocrisia, a cui manca la dignità di saper leggere un avvenimento, di ragionare per una volta con la propria intelligenza. Un silenzio, dopo le rivelazioni sulla condanna di Berlusconi pilotata, venuta dall’alto, che depone pesantemente per chi ancora non lo sapesse, una pietra di vigliacca doppiezza nell’agire della sinistra e nei 5 Stelle. Il fatto non appartiene al pallottoliere delle liste per le regionali, non riguarda i giochini di Palazzo, gli sgambetti quotidiani di chi tiene saldo un potere d’argilla. La verità, la ricerca della verità inconfutabile non sfiora chi ha maneggiato, ha “predisposto” eventuali complicità con la risonanza mediatica di un politicamente corretto che di corretto aveva soltanto l’uniformità. Forse in questa commedia, o meglio, farsa umana è apparso Godot. Un Godot che le persone di buon senso aspettavano: ha in mano le leggi della giustizia. Ma poi che deve dire un Di Maio che si rifiuta di stringere la mano al farabutto Berlusconi, o il PD che non chiede neppure chiarezza? La fogna del loro silenzio colpevole parla comunque di un’Italia e della sua storia stravolta che non si può oggi trascrivere. “Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà, a mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia. L’impressione è che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto. In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso, ci continuo a pensare. Non mi libero. Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo”, diceva il magistrato Franco, membro della Cassazione. Troppo poco per meritare un commento da questo governo di parassiti? Ricordo Berlusconi, dopo l’ignominiosa cacciata dal Parlamento, commosso per l’abbraccio di tanta gente. Ricordo lo sdegno di chi gli era vicino. Il silenzio oggi di Berlusconi forse è lo strazio di un’ingiustizia inqualificabile.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano