Tavola rotonda del Premio Eccellenze d’Impresa 2020 IMMOBILIARE RESIDENZIALE, SOLO UN ANNO DI TURBOLENZA
Il mercato immobiliare residenziale post-covid non risentirà della pandemia in misura particolare – ad eccezione del comparto uffici – in quanto l’anno di turbolenza che ci si attende è un lasso di tempo troppo breve per gli investitori: perciò meglio non svendere. E’ il parere emerso dalla tavola rotonda/webinar dedicato al tema dell’attrattività finanziaria, dal titolo: “Stato o Mercato: quali strategie per il rilancio dell’economia e delle imprese” in occasione dell’assegnazione dei Premi Eccellenze d’Impresa. Più che Stato o mercato meglio sarebbe parlare di Stato e mercato: al primo spetta il compito non di sostituirsi alle imprese ma di agevolarle utilizzando strumenti che ha già a disposizione: defiscalizzazione, industria 4.0, apprendistato diffuso, pagando i debiti alle imprese, potenziando le garanzie per le pmi, per citare. Soprattutto mettendo in moto, con adeguati incentivi, l’enorme massa di risparmi che le famiglie tengono nei conti correnti – 1.500 miliardi – per generare investimenti: i nuovi Pir, con circa 10 miliardi di raccolta, potranno fare per poco per l’economia del Paese.
Sui giovani. Trattenere quelli che emigrano e favorire l’immigrazione dei talenti stranieri in Italia, Paese primo al mondo nel quale vorrebbero vivere: ma, a prescindere dalle opportunità, all’estero il giovane è un collaboratore, qui un dipendente. L’Europa, dal canto suo, deve attivare risorse pari al 20-25% del Pil comunitario a favore di imprese ed economia per uscire dall’angolo nel quale sta finendo. Infine la semplificazione: meglio, ad esempio, togliere qualche controllo sugli appalti – punendo veramente chi ne approfitta per affari loschi – perché la troppa burocrazia è nemica dello sviluppo. Dopo i saluti introduttivi di Ugo Loser, Ceo, Arca Fondi Sgr, alla tavola rotonda sono intervenuti: Ferruccio De Bortoli, Il Corriere della Sera (chairman); Giovanna Della Posta, Ceo, Invimit SGR; Bob Kuntz Concewitz, Ceo, Campari Group; Stefania Triva, Presidente e Ceo, Copan; Corrado Passera, Ceo, Illimity.
Negli scorsi giorni si è svolta la cerimonia di consegna del Premio Attrattività Finanziaria 2020, il riconoscimento dedicato alle imprese, quotate e non quotate, che presentano caratteristiche di eccellenza in termini di trasparenza, governance e capacità di attrarre risparmio privato per la crescita. Il Premio tra le quotate è andato a Campari Group, tra le non quotate a Copan (tamponi) . Accanto ai vincitori, due menzioni speciali per ognuna delle due categorie: DiaSorin e IMA S.p.a. per il gruppo quotate e Caffè Borbone e Bending Spoons e per il gruppo non quotate. Il premio, istituito nel 2018, fa parte del programma Eccellenze d’Impresa, promosso da GEA-Consulenti di Direzione, Harvard Business Review Italia e Arca Fondi Sgr, con il patrocinio di Borsa Italiana, per la celebrazione del valore e delle eccellenze della piccola media impresa italiana. Rivolto a tutte le aziende italiane e straniere operanti in Italia, senza limite dimensionale e settoriale, il Premio si pone l’obiettivo di dare un riconoscimento ad aziende solide sotto il profilo reddituale, con elevati standard di investimento e innovatività, e soprattutto capaci – grazie a una governance corretta e di forte trasparenza – di attirare capitali finanziari per la crescita. La Giuria del Premio è composta da Federico Ghizzoni, Giovanna Della Posta, Raffaele Jerusalmi, Emma Marcegaglia, Corrado Passera e Marco Fortis
“Le “leve dell’eccellenza” hanno supportato la crescita industriale negli anni e favoriscono oggi una particolare resilienza all’emergenza Covid. Queste leve sono solo italiane, specifiche del nostro ecosistema e rappresentano una condizione di adattabilità unica al mondo. L’attrattività finanziaria diventa rilevante per supportarne ulteriormente la crescita”, ha commentato Luigi Consiglio, Presidente di GEA-Consulenti di Direzione presentando una ricerca condotta su oltre 7.000 imprese italiane. “Se si riuscisse a “rafforzare la struttura patrimoniale di questo tessuto d’imprese con una maggiore quantità di mezzi propri, sarebbe possibile moltiplicare fatturato, lavoro e occupazione dell’intero Paese”. La ricerca ha stimato che “raggiungere il livello di capitalizzazione delle aziende tedesche, circa il doppio dell’indice italiano, permetterebbe al Pil industriale di crescere del 26% e a quello totale del 6%”. Tanto più che le imprese italiane – secondo lo studio – offrono un ottimo rendimento. In particolare, considerando solo le 1.031 imprese eccellenti individuate (con risultati superiori alla media) si registrano rendimenti complessivi anche al di sopra del 40% annuo.
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