“Per la sicurezza della gente” Diceva la Moratti quando ebbe l’intuizione di un servizio della polizia locale ad hoc nei quartieri della città. Una iniziativa utile, considerato il degrado di certe periferie in mano a clandestini e all’illegalità, ma fino ad oggi il beneamato sindaco non aveva dato seguito all’iniziativa. E sarà perché le piste ciclabili, i monopattini, gli stalli e chi ne ha più ne metta hanno trasformato Milano in una giungla, ieri è stato notificato che “sono 197 gli agenti dedicati al servizio in strada, oltre ai 32 di supporto per il coordinamento, che pattuglieranno un territorio più ampio, con un aggiuntivo presidio lento, a piedi, nei quartieri che i presidenti di Municipio hanno ritenuto maggiormente sensibili” (Il Giorno). I Municipi sono d’accordo e danno indicazioni sulle zone più critiche. Ma più che alla sicurezza della gente, ammesso che esca di casa nell’inferno di ostacoli che vengono a crearsi, dovrà dare un senso alle cose abbandonate, alla inciviltà di molti. Si parla soprattutto di monopattini, lasciati sul marciapiede; sulla striscia dedicata all’apertura delle portiere dei veicoli parcheggiati; sulla ciclabile, abbandonati spesso in sosta abusiva. Sono seimila per la gioia di Sala.
Davanti all’ennesimo monopattino lasciato sulla strada davanti a un passo carraio un residente esplode: “Passare è impossibile, bisogna camminare per strada. Se uno è disabile, povero lui. Lasciamoli davanti all’abitazione di Sala ben accatastati. La gente non sa di che vivere e si pensa al triciclo» E «Le persone fragili camminano rasente i muri, per un senso di protezione. Oggi, non abbiamo più un corridoio di sicurezza perché lì vengono parcheggiati i monopattini», ha dichiarato Rodolfo Masto, presidente dell’Istituto ciechi di Milano a Libero. E ha aggiunto: «I veicoli elettrici, inoltre, sono silenziosi e il rischio, anche per gli anziani, è di farsi male per davvero” Sono sicura che l’esperienza dei Ghisa riuscirà a mettere un po’ di ordine, ma troppo incerte sono le regole per le sanzioni agli “anarchici” del monopattino. Sala fa, ma le ricadute?