Boldrini “Regolarizzare tutti”: non basta la pioggia di soldi ai migranti, mentre l’Italia è in ginocchio

Attualità

Ha messo metaforicamente la sciarpa rosso fuoco, investita da una Dignità urbi et orbi e ha declamato il suo monologo alla luna che forse, nell’irrealtà dell’atmosfera, si è chiesta: ma da dove viene? Sto parlando della deputata Boldrini, occhi al cielo, labbra imbronciate quasi provassero fastidio nella congrega parlamentare che non vuole dare seguito al suo verbo. Per chiarezza scrive su Facebook “La regolarizzazione dei migranti presenti sul nostro territorio è a vantaggio di tutti e di tutte perché consente di restituire dignità alle persone, di garantire la legalità e di tutelare la salute collettiva in un periodo di pandemia. Perché allora regolarizzare un bracciante e non, ad esempio, un edile o un cameriere? Perché consentire di mettersi in regola solo a chi è irregolare dal 31 ottobre 2019 e non a chi lo è da settimane o mesi prima? La regolarizzazione va fatta sul serio. Altrimenti sarebbe come far partire un treno veloce e poi tirare il freno di emergenza nel timore che arrivi troppo presto a destinazione.”

Qualcuno per misericordia le regali un paio di occhiali per guardare meglio la realtà. Chi restituisce la dignità alle persone in cassa integrazione, uno dei primi strumenti introdotti dal governo con il decreto Cura Italia il 16 marzo, in piena fase di pandemia, per aiutare le imprese. Ebbene, così come sottolineato da Repubblica, ancora oggi, sono circa 2 milioni i lavoratori che sono ancora in attesa di ricevere la misura di aiuto. Ma ci sono anche i buoni pasto e i bonus da 600 euro che, oltre a risultare insufficienti per chi ne aveva di bisogno, non sono stati ancora erogati del tutto. (la nota è de Il Giornale) E osserva ancora il quotidiano “Al contrario, stando ai fatti di cronaca, la possibilità di crear liquidità è stata messa in atto per accogliere e ospitare i migranti. Uno degli esempi più evidenti è quello relativo alla nave Moby Zazà che si trova in rada a Porto Empedocle. Il mezzo introdotto per garantire la quarantena dei migranti, costa circa un milione di euro al mese allo Stato italiano. Analoga situazione è presente a Palermo con la Rubattino. Ma non solo: pochi giorni fa il governo ha stanziato 170 milioni di euro da destinare agli ex Sprar, ovvero i Siproimi, le strutture inerenti al “Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati”. Una tutela a tutto campo degli invasori che sbarcano continuamente in Italia, si ribellano alla quarantena, fuggono anche se malati, iniziano da subito con gli insulti e le aggressioni. L’Italia è in ginocchio, deve rispettare regole e norme, attende liquidità che non arriva e il lavoro per molti è un’attesa con mille dubbi.

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