Didattica a distanza: il 70% degli studenti senza gli strumenti necessari

Cronaca
L’allarme lanciato dall’associazione WeWorld nell’ambito del progetto React, su 3200 studenti seguiti in 6 regioni solo il 30% ha pc e connessione.

Quattro mesi di didattica a distanza hanno messo in luce le lacune del sistema, mostrando in maniera evidente le difficoltà – e le disuguaglianze – che migliaia di studenti e famiglie si sono dovuti sobbarcare per riuscire a concludere l’anno scolastico. Lo sanno bene i volontari dell’associazione WeWorld, all’interno della quale trova accoglienza il progetto React – Reti per educare gli adolescenti attraverso la comunità e il territorio – selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Dei 3200 studenti che l’associazione aiuta in sei regioni italiane, quasi il 70% non è dotato degli strumenti necessari, pc e tablet ma anche una connessione internet adeguata, per poter seguire le lezioni da casa.

Circa una sessantina sono quelli che abitano alla Barona, quartiere della periferia milanese, che hanno potuto rimanere connessi e concludere l’anno scolastico grazie al supporto dei volontari impegnati nel progetto. “Dal 24 febbraio, quando hanno smesso di seguire le lezioni in classe, li supportiamo da remoto ma la mancanza di pc e connessioni è un dato con cui fare i conti – spiega Manuela Augusto, coordinatrice del progetto nel quartiere – che però non ferma il nostro impegno contro la povertà educativa minorile e la dispersione scolastica”. Il programma, che ha l’obiettivo di contrastare la povertà educativa e favorire l’inclusione e il benessere dei ragazzi che vivono in contesti difficili, ha proseguito grazie ai gruppi creati su whatsapp – a differenza di pc e tablet, tutti possiedono il cellulare – attraverso i quali gli educatori hanno proposto sostegno nei compiti, attività di gruppo e sostegno individuale. I ragazzi sono stati invitati a partecipare a piccole sfide quotidiane, come la realizzazione di ricette, l’interpretazione di una canzone o a cimentarsi in un vero e proprio contest fotografico. Ma anche cineforum a distanza ai quali sono seguiti incontri in videochiamata per raccogliere spunti e riflessioni.

Il fotografo Claudio Majorana, specializzato nel ritrarre le vite degli adolescenti più fragili, ha immortalato negli scatti in bianco e nero le giornate dei ragazzi della Barona, catturando con delicatezza le loro emozioni e le speranze per il futuro dopo il periodo di lockdown. Ad emergere, come da dietro gli schermi dei loro smartphone, le pressioni affrontate e le paure connesse, per loro stessi, i familiari e la scuola.

Soprattutto i ragazzi che hanno sostenuto l’esame di terza media – tutti promossi nonostante le difficoltà della didattica a distanza – e si affacciano al futuro con numerose incognite: “Il passaggio verso le superiori sarà un salto visto che hanno fatto solo metà anno in classe – prosegue la coordinatrice – con loro abbiamo fatto un percorso di orientamento per traghettarli verso la nuova scuola”. Un accompagnamento che sarà necessario per tutti soprattutto al rientro quando docenti e studenti dovranno riadattarsi ad una nuova normalità.

Micol Mulè

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