In questi giorni Milano continua ad essere a misura d’uomo, quindi si può approfittare di questa insolita calma per passeggiare senza mascherina, alla scoperta della nostra bellissima città che nasconde monumenti ed edifici sconosciuti ai più.
Uno di questi è la Casa degli Omenoni (dal dialetto milanese ‘grandi uomini’) così chiamata per la facciata in cui ‘dimorano’ otto telamoni (versione maschile delle Cariatidi) che raffigurano altrettanti barbari sconfitti. Ubicata al civico numero 3 di una omonima piccola via che congiunge piazza Belgioioso a via Case Rotte (nei pressi della Scala), nella contrada anticamente detta del Morone. Edificata nel Cinquecento, nel 1565 ne divenne proprietario l’aretino Leone Leoni cesellatore e scultore, dalla vita singolare e avventurosa, che lavorò nelle più importanti corti europeee: a Venezia come orefice e medaglista, a Roma presso la zecca di papa Paolo III Farnese dove divenne amico di Michelangelo; a MIlano dal 1542 dove incise le monete della zecca fino a tarda età. L’incarico più prestigioso lo ebbe dall’imperatore Carlo V che lo chiamò a Bruxelles incaricandolo di celebrare la sua vittoria sui protestanti a Muhlberg: Leoni eseguì una statua in bronzo a grandezza naturale che mostra l’imperatote che incatena il Furore (oggi al Museo del Prado). Carlo V d’Asburgo ne rimase così affascinato tanto da regalare all’artista un titolo nobiliare e questo palazzo del centro di Milano che Leoni scelse come abitazione sua e del figlio, restaurandolo e arricchendo la facciata con otto telamoni in pietra. Padre e figlio, mercanti d’arte e celebri collezionisti, realizzarono un’eclettica collezione d’arte con opere di Tiziano, Correggio, calchi in gesso di statue classiche, e addirittura un complesso di disegni di Leonardo, costituenti l’attuale Codice Atlantico, conservato alla pInateca Ambrosiana.
Quello che colpisce ancora oggi è ovviamente la facciata dell’edificio per la ricchezza degli elementi decorativi, del rigore architettonico e dell’alternarsi di festoni, chimere, aquile e leoni. Al piano nobile, si trovano colonne di ordine ionico, le quali si vanno ad alternare a finestre e nicchie. I balconcini sono un’aggiunta d’epoca ottocentesca. Sotto la gronda, si trova lo scomparto centrale del fregio, la Calunnia sbranata dai leoni, che simboleggia il casato degli allora proprietari. Il cortile interno dell’edificio, restaurato nel 1929 dal famoso architetto Piero Portaluppi, si apre con tre ali porticate.
Casa degli Omenoni, dopo essere stata la dimora della famiglia Leoni, alla fine del secolo XIX, divenne sede della casa musicale Ricordi e dal 1924 sede di Clubino, un circolo esclusivo per gentiluomini.
Per rimanere in un’atmosfera ghiotta non solo di cultura, niente di meglio di un’ottima cena nel giardino del Ristorante Conte Ugolino – sotto la statua di Cesare Beccaria nell’omonima piazza – accanto al Teatro Gerolamo, costruito nel 1868 sul luogo del precedente teatro omonimo. Era il teatro delle marionette di Milano, e la sala dove si esibivano le compagnie del teatro dialettale. Interamente di legno, aveva due ordini di palchi, il loggione e la platea, per un totale di seicento posti. Dopo il lungo restauro terminato nel 2017, è una ‘bomboniera’ che accoglie 209 spettatori che formano un unicum con gli attori.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.
La foto della corte è di palazzo Morando non di quello Leoni…
La ringraziamo per la segnalazione, abbiamo provveduto ad eliminare la foto erroneamente inserita