La Tbm tanto attesa al cantiere Solari non è arrivata e rovina la festa. Ripartita da San Vittore, cinque giorni fa in Viale Coni Zugna si è fatta ben sentire, quasi un terremoto dicono i residenti e addirittura ha fatto girare il palazzo al numero 15 tanto quanto non mai. L’Ingegner Bruno Bernardo Bosco, esperto di realizzazione di Metropolitane, ha rilevato crepe molto importanti al 15 e disagi vari al 17 e 19. Spavento, notti insonni, persino al 43 di Via Dezza le porte hanno tremato. E poi?
Nella notte fra il 17 e il 18 e sino alle 11 decine di betoniere avanti e indietro. Le voci parlano di allagamenti in galleria, o forse di un altro cedimento di un cunicolo. Certo lì sotto c’è l’acqua. Si sapeva bene. Spunta nel pomeriggio del 18 una nota di M4, che recita “Nei prossimi giorni si svolgerà nei pressi della stazione Solari la formazione di due gusci di calcestruzzo necessari per “isolare” l’uscita delle talpe e proteggere lo scavo da eventuali venute d’acqua dalle gallerie. L’andirivieni di autobetoniere nulla ha a che vedere con la stabilità delle strutture, trattandosi di una mera operazione tecnica di isolamento transitorio tra galleria e stazione in corrispondenza del diaframma di separazione”.
Sarà forse anche così, ma è “nei prossimi giorni che non funziona”, è già avvenuto e i cittadini vanno avvisati prima, non dopo che il problema si è posto. E questi ritardi o l’assenza di comunicazione sono una costante, basti pensare che l’ultima news sul sito M4 è del 29 Giugno. Il fatto è che quest’opera non ha un progetto esecutivo, quindi dal 2016 si va avanti, poi quando si trova un problema si mette una pezza, vedi i molteplici episodi e quanto accaduto in Piazza Vetra a Dicembre e a Giugno in Via Santa Sofia con la voragine. Importante è che tutti coloro che vivono sul tracciato controllino bene le crepe, che possono anche emergere dopo mesi, documentino e chiedano il risarcimento. E qui altro capitolo, bisognerà verificare bene le responsabilità, riprendendo in mano il contratto originale del Comune. Chi paga e quanto e soprattutto se questi casi e i relativi risarcimenti andranno a costituire nuove erogazioni da parte delle casse comunali con relativo peso sul bilancio. Poi c’è il tema del cronoprogramma, rispetto ai 15 mesi di ritardo acclarati, e a quanto da me calcolato, siamo a oltre un anno e mezzo, quindi già ora si può parlare di chiusura lavori a fine 2023. Se va bene. Perché questa è solo la prima talpa che deve uscire da Solari. La seconda non si sa dove sia fra De Amicis e S. Ambrogio. Così i tempi si allungano ancora, con coda di ulteriori timori di crepe, vibrazioni o peggio. Arriveremo alla fine? Certo, ma bisogna accelerare, oltre ai danni materiali M4 ha prodotto una crisi nera ai commercianti, sparsi o coperti dalle cesate, che purtroppo si è sommata alla crisi del Covid. E la famosa soluzione dei tavolini qui non ha funzionato, creando addirittura una sgradevole concorrenza fra esercizi che ne hanno potuto beneficiare e quelli che ne sono stati privati.
Emblematico il caso del Ristorante Pizzeria Sant’ Ambrogio di Via Foppa 8. L’ipotesi da me proposta era quella di utilizzare parte del cantiere antistante del manufatto 8, ma dopo un sopralluogo con M4 questo risultava non possibile perché lo spazio sarebbe stato utile in vista dell’arrivo delle talpe al cantiere precedente di Solari, quindi probabilmente per parcheggiare attrezzature. Permesso e restringimento sarebbero scaduti il 31 Ottobre e intanto le talpe non ci sono! Poi si è pensato di utilizzare parte della via di accesso alle proprietà che il Comitato Foppa Dezza Solari a suo tempo aveva fatto aprire. Sì perché nel progetto originale non c’era neanche. La risposta negativa da parte del Comune denota una cosa sola. Come per il progetto preliminare si va avanti in stile google map, tanto che le motivazioni addotte non hanno alcun riscontro, tipico di chi non ha mai visto il posto. E del resto, malgrado nota del Municipio competente! non risulta alcun sopralluogo. Infatti si scrive che “le caratteristiche geometriche e viabilistiche della Via Foppa non consentono l’istituzione del limite di velocità a 30km/h”. Ma quale Via Foppa? E’ tutta un cantiere, e in quello spazio antistante la pizzeria non si va a 30 all’ora, ma a 10 all’ora, perché il viottolo, per analogia con quello di accesso ai numeri 4 e 6 è via di accesso solo alle proprietà. Se passano, passano tre auto al giorno. Sarebbe bastato semplicemente invertire la via di accesso all’unico carraio che c’è, istituendo un doppio senso di marcia. E adesso? Il ristorante può fare ricorso al TAR o al Presidente della Repubblica. Forse una bella lettera al Presidente Mattarella sarebbe una buona idea.
Orietta Colacicco