Da Lorenzo Vita (Il Giornale) Conte ha voluto mettersi alla guida dell’esercito anti frugali, ma si è fatto anche molti nemici. Non è considerato affidabile e sicuramente il prezzo che dovrà pagare l’Italia in termini di riforme su cui si baseranno i prestiti concessi dall’Europa pone Roma in una posizione subalterna al resto dei Paesi. Siamo tra quelli che otterranno di più dall’Ue, ma questo non è un vanto: significa che siamo i veri sorvegliati speciali da questa Europa che ha fatto di tutto per tagliare sovvenzioni e espandere la linea di credito. L’impressione, a poche ore dal summit, è che la vittoria del premier in Europa sia una vittoria di Pirro che pagheranno gli italiani. I prestiti legati alle riforme significano sempre una cessione di poteri: cosa che nessuno ha fatto come noi in questo negoziato. L’Europa sta cambiando.
Da Carlo Cottarelli (Huff.Post) Quali sono i nodi?Riguardano la necessità di presentare un programma che sia valido, cosa che per ora non siamo ancora stati in grado di fare. Siamo l’ultimo Paese, non abbiamo ancora presentato un piano nazionale delle riforme, che è sì un atto formale, ma dimostra che ci muoviamo ancora troppo lentamente. Adesso ci sarà di nuovo una task force per creare un progetto da presentare all’Europa e che ci delinei….L’implementazione, che ci riguarderà in futuro, e quanto invasiva sarà la condizionalità perché i soldi verranno erogati solo se si fanno alcune cose. Saremo in grado di farle? Quanto sarà difficile convincere gli altri che le abbiamo fatte? Nei prossimi due anni ci troveremo a fare i conti con questo scenario. Il meccanismo attivato è innovativo: i soldi ci saranno se faremo alcune cose.
Da Silvio Berlusconi (Libero) Un negoziato chiuso con cifre accettabili ma dove ad inquietare sono lacci, lacciuoli e condizioni, a partire dal “freno” che possono imporre i Paesi membri con maggioranza qualificata se il piano presentato dai singoli stati per usare i denari non convince i diretti interessati. E infatti, il commento di Berlusconi è cauto. Parole, quelle del leader di Forza Italia, consegnate in un’intervista al Tg5. Berlusconi, nel dettaglio, pone l’attenzione sul fatto che i fondi non arriveranno subito, dunque il percorso che porterà alla loro erogazione potrà essere accidentato e pieno di insidie. “L’ammontare totale dei fondi a nostra disposizione è salito a 208 miliardi e una parte importante di questa somma sono sussidi, a fondo perduto – premette il Cav -. Ma i fondi saranno disponibili nel secondo trimestre del 2021. Per l’Italia quella di stanotte è una buona notizia, tuttavia il percorso è ancora lungo”, conclude Silvio Berlusconi. Insomma, un grande “ma” sul Recovery Fund, su cui anche il leader azzurro pone l’accento
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