Tagliare i parlamentari è un costo occulto, altro che risparmio
Riceviamo e pubblichiamo la posizione dell’amico Franco vassallo, sempre attento consigliere del Municipio 7 sul referendum che si terrà il 20 Settembre:
“Ulteriore esultanza del m5s sul taglio dei parlamentari, che purtroppo peserà come un macigno sulle tasche degli italiani.
Il movimento d’altronde è abituato a fare i conti senza l’oste, a discapito delle tasche dei cittadini che vedranno con passare degli anni aumentare i costi della politica e non certo diminuirli.
Lo stesso ex commissario alla spending review Cottarelli riporta un articolo del Codacons, sostiene che il risparmio derivante dal taglio è solo del 0.007% della spesa pubblica.
Il vero risparmio si avrebbe se al taglio dei parlamentari vi fosse abbinata la riduzione degli enti pubblici, così come previsto dall’ex commissario alla spending review.
Siccome la riduzione degli enti taglia più poltrone, si è ben pensato di non dare seguito alla cosa.
Sorge spontaneo riflettere sul perché nel referendum non viene chiesto agli italiani se vogliono anche la riduzione degli enti pubblici.
Se al referendum vincesse il sì, la spesa politica aumenterebbe come aumenterebbero gli enti pubblici, poltrone che serviranno a posizionare i politici silurati.
Maggiori sono gli enti pubblici maggiori sono i consigli d’amministrazione, presidenti, dg, ad, maggior inciuci, maggiori raccomandazioni… in sostanza maggior spesa pubblica.
Infatti il Gran Bibitaro, quello che gridava onestà e tagli, l’ha pensata bene a far fuori Cottarelli.
Pertanto l’eventuale taglio dei parlamentari sarà come la vittoria di Pirro: un prezzo alto per una spesa ancora più alta, che il m5s difficilmente capirà.”
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,