Dietro il manager, nulla

Milano
Dietro il manager, nulla

Ieri Repubblica lancia un appello a Sala: tieni coperte le tue carte. A che serve dire adesso se ti ricandidi? Sempre ieri, Salvini ci informa che quando avrà cinque minuti liberi dopo le Regionali metterà la testa su Milano. Tanto per il candidato di centrodestra c’è tempo. Il pensiero comune è: mancano ancora otto mesi, perché correre? Il perché ce lo spiega il consigliere del Municipio 7 Franco Vassallo, che, vivendo tra i Milanesi, forse ha le idee un filino più chiare sul tema:

“La Disneyland di cartapesta di Sala sta crollando, mattone su mattone. Lo smart working sta uccidendo le attività ristorative e anche gli altri negozi non se la passano affatto bene. Se a Milano, città di servizi, questa modalità diventasse abituale assisteremmo ad una strage di attività produttive. Contemporaneamente, le attività a distanza delle università stanno svuotando il Centro dagli studenti. E le mancate entrate per il Comune rischiano di essere il colpo di grazia per una amministrazione che voleva fare ulteriore debito, senza spiegare come ripagarlo.

Questo il quadro ad otto mesi dalle elezioni. E noi dovremmo aspettare? Non è una questione partitica, non è una questione di nomi. È una questione di rispetto. Repubblica dice che i Milanesi, per una buona causa, sanno aspettare. È assolutamente vero. Quello che non sappiamo fare è lasciarci prendere in giro. A Sala di fare il sindaco non importa nulla. Lui vuole fare il manager. E ha ingenuamente creduto che sarebbe stato il ruolo che gli avrebbero fatto ricoprire. Poi ha scoperto la verità: la politica è molto di più. E quel di più non gli è piaciuto affatto.

Per questo, quando Salvini avrà finalmente la mente libera e potrà pensare a questa città, avrà un compito importante: trovare qualcuno con passione. Prima di tutto per la città. E poi per la Politica. Con la maiuscola. Milano non è una città che viva di ricordi, l’unica nostalgia che prova è per il futuro. Possiamo farcela, possiamo dare alla città un futuro nuovo e produttivo. Ma dobbiamo ripartire dalle forze sane, da chi ha animato le periferie in questo lungo decennio di abbandono. Solo così avremo qualcosa più di un nome e di uno slogan. Avremo una squadra ed un sogno: una Milano all’altezza dei propri cittadini.

L’alternativa è un lento declino, senza sostituzione per chi chiude, una spirale discendente dei prezzi ed un guscio dorato per un vuoto impossibile da riempire. E questa città, che ci ha dato tanto ed a cui abbiamo tanto abbiamo dato, non merita una vecchiaia di abbandono. Perciò bando alle nostalgie e torniamo a guardare con serena determinazione al futuro. Senza entusiasmi infondati o improduttive depressioni. Siamo una città di lavoratori, la fatica non ci spaventa!”.

Il consigliere Vassallo ha ovviamente ragione. Speriamo che chi di dovere lo ascolti!

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