E se il prossimo Sindaco fosse una donna?

Milano
E se il prossimo Sindaco fosse una donna?

Intanto che le forze politiche pensano ad altro, continuiamo ad ascoltare i territori e le proposte concrete di chi vive in prima linea. Oggi interviene Deborah Giovanati, Assessore nel Municipio 9, madre e moglie, da sempre in prima linea a fianco degli ultimi. Che lancia una interessante provocazione. Perché diamo per scontato che dopo Sala ci sia un altro manager? Dove il punto non è la professione, ma il sesso.

“A pensare al profilo del sindaco prossimo venturo mi viene in mente questo:
1) ci vorrebbe una donna, ma di quelle veramente donne (non che hanno emulato gli uomini per arrivare a certi posti) perché quando c’è bisogno di ricostruire chi si è impegnato a fondo per tirare su una famiglia, conciliare bambini e lavoro, sa già a che cosa bisogna dare la priorità
2) non ha bisogno di apparire, tagliare nastri o farsi le belle foto su Instagram. Ma deve lavorare sulla città perché è il futuro dei propri figli. Aggiungendo un livello ulteriore di appartenenza, evitando fughe di fine mandato, come per gli ultimi due primi cittadini (ammesso che Sala decida di non ricandidarsi).

3) ci vorrebbe qualcuno che sappia interpretare le esigenze di lavoratori, genitori e di quella Milano che ogni mattina si alza per sacrificarsi a fondo tanto per andare avanti, quello spirito Ambrosiano che non si è mai fermato, ma con molta forza e onore non si arrende neanche difronte alle difficoltà

4) non ci vuole necessariamente “un professionista”ne, ma ci vuole chi sappia interpretare questo cuore delle persone, che abbia una visione, capace di circondarsi di persone che pensano più al fare che all’apparire

5) c’è una Milano da ricostruire, da incoraggiare e spronare e chi meglio può farlo se non una donna che lo fa ogni giorno per la sua casa?”.

Quella dell’Assessore Giovanati è una provocazione interessante e davvero innovativa. Non vuole una donna, come lo chiedono le femministe, in quanto vittima. E nemmeno vuole una donna come riparazione. Non vuole una donna per sentirsi più uomo, identificando quest’ultima figura con il potere. No.

Vuole una donna per ragioni storiche e pragmatiche, identificando una serie di esigenze (la ricostruzione, l’attitudine al sacrificio, la propensione al pragmatismo) che è evidente che negli ultimi anni sono mancati.

Si tratta, insomma, di una analisi di rara lucidità. Non si pretende sia la verità assoluta, ma sicuramente porta un contributo nuovo ed affascinante al dibattito. Che speriamo non si perda nel chiacchericcio di fondo!

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