Milano, universitari contro i test di ingresso a Medicina: “La pandemia lo ha dimostrato, il numero chiuso va abrogato!”

Milano
Milano, “Università Statale” – La giornata dei test di medicina si apre tra le proteste degli studenti, che chiedono l’eliminazione del numero chiuso. Ai cancelli dell’Università, oltre ai candidati in attesa, era presente anche il Fronte della Gioventù Comunista con uno striscione di protesta: “La pandemia lo ha dimostrato, il numero chiuso va abrogato!” Durante la pandemia di COVID-19 sono emerse ovunque carenze del nostro SSN accumulate in anni di tagli e privatizzazioni. La mancanza di personale, aggravatasi nel pieno della pandemia, ha costretto medici e infermieri a sforzi incredibili in reparti ormai al collasso. Nonostante quanto successo, la selezione per i test di medicina e professioni sanitarie non viene messa in discussione: anche quest’anno oltre 66.000 candidati competeranno per circa 13.000 posti e tantissimi altri proveranno quello di martedì prossimo per professioni sanitarie.
«Come può credere davvero il governo di risolvere un problema strutturale dato da anni di tagli scellerati con una misura spot come l’aggiunta di 5.000 posti al test una tantum? I lavoratori della sanità sono stati costretti a turni disumani per sostenere la mancanza di personale. Prima li hanno tutti chiamati eroi quando tornavano a casa coi segni della mascherina dovuti a turni massacranti e mettendo la propria vita in pericolo, ma ora il sistema del numero chiuso resta in piedi. Non si tratta di qualche posto in più, ma di eliminare questa selezione di classe e salvare il SSN.», spiega Laila Awad, responsabile università del FGC Milano. «Da tempo si denuncia la mancanza di almeno 50.000 infermieri e di decine di migliaia di medici, tagli sistematici al SSN a tutto vantaggio delle cliniche private che lucrano sulla salute e di fronte al virus hanno fatto finta di niente. Proprio il numero chiuso per la facoltà di medicina è una di quelle misure che hanno distrutto la sanità pubblica, tagliando il numero di lavoratori in corsia per favorire la speculazione sulla salute della popolazione intera. Il disastro di questi mesi ci ha dimostrato che serve cambiare rotta. Serve una sanità davvero pubblica, gratuita e accessibile a tutti»

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