Via Pacini a colori: è questo che vuole Milano? Ma le panchine sono di Maran

Milano

Dopo l’inaugurazione in pompa magna il Pd festeggia l’asfalto colorato, pardon la riqualificazione di via Pacini nell’ambito degli interventi di urbanismo tattico così caro a Sala e Giunta. Ma la notizia è già stata ripresa con enfasi dai fanatici dell’urbanistica tattica che, a ben vedere, riassume tutto e niente, che è sinonimo per questa amministrazione di colore e di geometrie che si intersecano con le adorate piste ciclabili.

Quanto green in quel giallo e in quel verde che dovrebbe essere esteticamente pieno d’appeal, ma sempre vernice è! Dimenticavo: sono previste panchine per un eventuale riposo delle stanche membra e la mia curiosità vorrebbe avere una risposta. Sono le panchine che l’assessore Maran ha promesso nel giorno del suo compleanno? L’idea è stata accolta come un colpo geniale, meritevole, dico io, di targhetta per segnalare l’augusta provenienza e, si spera, non vengano vandalizzate o altro. Ma il gesto di porre panchine firmate che troneggiano tra il giallo e il verde, è notevole.

Per la cronaca Via Pacini, nei piani di Palazzo Marino, fa parte del progetto “Piazze Aperte”, realizzato in collaborazione con Bloomberg Associates, National Association of City TransportationOfficial (Nacto) e Global DesigningCitiesInitiatives per dare i “meriti” a chi li ha. Per eseguire l’opera di trasformazione è stato chiamato anche il gruppo Retake che da tempo si dedica alla pulitura di muri e giardini vandalizzati e deturpati, ma non tutti i volontari hanno partecipato per mancanza di condivisione del progetto. Un dissenso significativo anche se parziale.

La seconda domanda che la mia curiosità vorrebbe porre: come reagiscono i cittadini in difficoltà? Aspettano ben altro…Milano aspetta ben altro per riprendere quota. I giochetti colorati sull’asfalto non incantano, le parole e le definizioni con l’appeal green sono inutili. Una terza domanda un po’ ingenua: ma tutta quella vernice è facilmente lavabile? Dopo questa follia naturalmente.

1 thought on “Via Pacini a colori: è questo che vuole Milano? Ma le panchine sono di Maran

  1. Non per il colore e le tonalità scelte, non per le vernici usate (che a parere di alcuni risultano essere caratterizzate anche da elementi tossici), non per l’apprezzabile volontà di vivacizzare aree cittadine ed incrementarne la vivibilità, ma per ricordare che se una parte della cittadinanza residente ha gradito e condiviso l’iniziativa, ne esiste un’altra che è democraticamente di parere meno entusiasta. Se è pur vero che è ben difficile per un’amministrazione decidere e compiere un qualsiasi progetto urbano senza scontentare nessuno, è altrettanto vero che ultimamente gli scontenti (o quantomeno scettici) sono sempre più gli stessi che, per un verso o per l’altro, si sentono penalizzati da una giunta comunale la cui bussola indica interventi e modifiche decise unilateralmente. Non sfugge a molti la sensazione che tutto ciò sia parte di un piano tendente a rendere la vita difficile a molti utenti della rete viabilistica urbana, benchè da parte degli “architetti” del comune ci si affanni a far credere che tutto sia rivolto al benessere cittadino creando miglioramenti ambientali, che per ora cozzano contro diverse realtà. Basti pensare alle famigerate piste ciclabili, che Maran, Granelli e soci stanno disseminando a tappeto sull’area urbana fino alle periferie, e al dilagare di quei monopattini che ormai sembrano diventati oggetti “cult” da possedere assolutamente, per non apparire mentalmente obsoleti. Peccato che i dati sull’utilizzo di queste infrastrutture urbane riportino una frequenza in crescita di incidenti e feriti, in parte dovuti all’incoscienza, maleducazione e superficialità di chi le frequenta, in parte alla discutibile scelta logistica in base alla quale queste corsie sono state realizzate. C.so B.Aires, ad esempio, è il primo test che indica alcune criticità già più volte evidenziate da investimenti, cadute e scontri, con il restringimento delle carreggiate e le corsie ciclabili interrotte e deviate pericolosamente nei molti incroci dell’arteria. Peggiore sarà la situazione a cose fatte (a dispetto di chi avrebbe consigliato alternative meno rischiose) In Viale Monza, dove la larghezza delle carreggiate erà già visibilmente ridotta rispetto a c.so B.Aires e verrà ulteriormente tagliata con l’istituzione su diversi tratti di una corsia unica per senso di marcia delle auto, a fianco delle ciclabili. Queste ultime, ove già attive, costringono le auto ad attraversarle per poter parcheggiare e non solo, ma anche per il carico e scarico le ciclabili vengono inevitabilmente interrotte dai mezzi impossibilitati al parcheggio regolare, con le prevedibili conseguenze per ciclisti e monopattini obbligati alla fermata o all’invasione delle corsie per auto. In base a tutto questo, definire audace l’atteggiamento della giunta è un eufemismo. Il termine più appropriato sarebbe “temerario”, laddove non anche incosciente, e lascia trasparire senza troppi dubbi l’intenzione di reprimere l’uso dei mezzi privati. Tutti in bici e monopattino, quindi? E come spiegano le politiche del governo (stessa appartenenza politica) che invece tendono a supportare la ripresa del mercato automobilistico con incentivi e sconti, mentre nel comune di Milano si viaggia contromano sulla stessa strada? Lasciamo quindi spazio agli eventi, il tempo e le urne emetteranno sentenze che a Palazzo Marino non potranno più essere ignorate.

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