Si può morire così, senza un perché, difendendo con forza tre vite, nel lampo ingiustificato di una violenza inarrestabile, il bene di un’eroina contro il male inqualificabile.
Una tata italiana è stata uccisa in Svizzera: ha lottato fino all’ultimo con il suo assassino per difendere la bambina che le era stata affidata e due suoi amichetti. L’aggressore è un 22enne che si è intrufolato nell’appartamento, colpendola prima a mani nude e poi con una padella alla testa. Quando è arrivata la polizia stava ancora infierendo sul corpo. Così la cronaca descrive in sintesi il fatto. Una cronaca che non dà il senso della responsabilità e della generosità estrema di una donna qualunque e dei suoi valori.
Questa la Lettera di Carla Vistarini a Dagospia
“Teresa Scavelli aveva 46 anni, era madre di tre figli e lavorava come governante-baby sitter per una famiglia di Sankt Gallen, Svizzera. Teresa per proteggere tre bambini da un energumeno si è immolata fino alla morte. Donna meravigliosa, dolore immenso e vicinanza alla famiglia. Era una donna, un’emigrante.
Teresa è morta per proteggere tre bambini e un’altra persona dalla violenza inumana di un aggressore. Eppure di questa donna, mamma, lavoratrice in terra straniera, eroina silenziosa, che lascia a sua volta tre figli, nessuno o pochi parlano. Qualche riga sui giornali.
Nessuna polemica per carità, ma questa morte, questo sacrificio del cuore, non merita l’attenzione di tutti, il dolore di tutti, la visibilità di altre tragedie, fatti simili, che però hanno l’onore delle prime pagine e l’attenzione di tanti commentatori?
Un abbraccio, Teresa. Per sempre.”
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