Finalmente ritornano gli impegni lavorativi e di studio. Ad attendere le “masse” viaggianti ci sono le piste ciclabili, tante piste ciclabili con grandi aspettative di uso da parte del Comune. Granelli ha il piglio del condottiero, l’atmosfera trasuda un ottimismo per ora ingiustificato. Ma Granelli, innovatore senza macchia, fa un appello ai ragazzi: «Chiediamo, dove possono, di usare la bici o andare a piedi, così ci aiutano. Noi da una parte metteremo in campo tutto il possibile, attueremo le regole nazionali e le regole di sanificazione e pulizia per far percepire che abbiamo un trasporto pubblico locale sicuro, perché la gente lo usi». I ragazzi diventeranno tutti ciclisti? Nei giorni di pioggia o di neve? E’ vero che il futuro è dei giovani e occorre avere un occhio di riguardo, ma 35 chilometri di piste ciclabili disegnate a casaccio, sono indispensabili?
Vorrei far notare con i dati istat la suddivisione per età della popolazione milanese (https://www.tuttitalia.it/lombardia/18-milano/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2020/) che i potenziali fruitori di biciclette e monopattini, per età sono la minoranza, che esistono forme di disabilità, che la mezza età spesso preferisce l’auto, che l’urgenza detta a volte i tempi, che una visione di ipotesi utopistiche non risponde alla realtà. I mezzi pubblici per ora offrono disguidi e difficoltà. Mi sembra che 35 chilometri di piste ciclabili siano “esclusive” e non “ inclusive” per esempio per gli anziani che vogliono vedere una mostra, per la nonna che ritorna a casa con il nipotino ecc. E se tra qualche mese fosse manifesto che le piste rimangono semideserte?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Vero. Ma sento solo sommessi borbottii e nessuna rivolta: ‘tanto non si può far niente’ dicono. Se non ti incazzi tanto tanto per il posto auto che non troveri più, per dover pagare ogni volta che parcheggi fuori dalla tua zona, per i tempi di percorrenza che diventeranno blibici, per le incazzature con i ciclsti o i monopattinisti, allora subirai sempre. Uno stravolgimento urbanistico del genere è una rivoluzione silenziosa, doveva essere descritto, discusso e poi votato dalla maggioranza qualificata degli abitanti e non senza quorum. Invece ce lo hanno messo nel……