Ode sublime alla superiorità di Selvaggia Lucarelli

Attualità

E’ che Selvaggia Lucarelli “c’ha” (testuale dal suo Facebook) quel brio nel lessico e nella scrittura politicamente corretti con cui ha sublimato il gossip in arte, che incanta. Parla (e scrive) come mangia, tratta le parolacce come ferri del mestiere e la sua spontaneità può diventare brutale, perché essere immediati è fondamentale per essere capiti. Insomma una di 46 anni che ha fatto del giovanilismo un’espressione del suo stare in società, sicura che le sue sentenze siano intuizioni frutto di intelligenza e saggezza.

“C’ha” insomma il quid dell’opinionista d’assalto, difficile da contraddire. Non meravigli quindi che dopo la trasmissione Piazza Pulita e l’intervento del prof. Zangrillo parlando di Berlusconi (“La carica virale che caratterizzava il tampone di Berlusconi era talmente elevata che a marzo-aprile molto probabilmente lo avrebbe ucciso e lui lo sa. Dieci ore dopo poteva essere troppo tardi perché, si sa bene, lui è un paziente a rischio“) il buon gusto della giornalista de Il Fatto abbia fatto notare in un tweet “Zangrì, facciamo che a marzo intanto Berlusconi avrebbe trovato posto in una terapia intensiva. Un altro 83enne col cazzo” La risposta di Zangrillo è immediata “Lei è una donna volgare e cattiva. Lo dico a difesa dei medici e degli infermieri che hanno lavorato al mio fianco, senza sosta per salvare l’ultimo degli ultimi. Dio abbia perdono di Lei“.

Ma, in questa fase delicata l’antiberlusconismo ha sposato con abbondanza il pessimo gusto, il rancore viscerale, l’odio violento del pensiero, quasi fosse un virus incurabile, senza speranza. Ebbe a dire Cacciari “Il veleno della sinistra è stato Berlusconi. L’antiberlusconismo è stato l’antidoto del ca**o! Berlusconi non doveva essere combattuto né con quello, né tanto meno coi compromessi sottobanco. Ogni riformismo, di destra o di sinistra, è stato battuto e ha passato la palla ai nuovi riformismi. Chissà cosa combineranno…”

C’è che con l’antiberlusconismo la Lucarelli è cresciuta e “c’ha” nel DNA una naturale antipatia per chi dimostra vicinanza all’ex Premier. Diceva in un articolo su Il Fatto ripreso in Facebook “E’ sempre bello quando parla il professor Alberto Zangrillo perché, nell’ascolto, ci si esercita in quella complessa attività che si chiama “individuazione del sottotesto”. Dice “blando coinvolgimento polmonare” e vuole dire “sì, c’ha la polmonite, speriamo bene”. Dice “negli ultimi 20 giorni, parlando con Clementi, ci siamo resi conto che abbiamo forse acquisito qualcosa forse di non autoctono che proviene da luoghi ameni che sono stati la sede delle vacanze di molte persone” e vuole dire “Se gli italiani so’ coglioni, vanno in vacanza in Grecia e ci portano il virus non autoctono (il famoso “Covid Sirtaki”, certo), mica è colpa mia e di Clementi”.

Parafrasando la sua scrittura mi viene da dire “C’è che Lei ‘c’ha’ la dote di ottimo traduttore dei pensieri e delle azioni altrui, e quel “c’ha” così sintetico, così ironico, così incisivo…è proprio da imparare”

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