Pace, la Milano fiabesca del Parco delle Cave

Le storie di Nene Milano

Pace, per respirare quella Milano che incanta, quel sospiro che la natura sa dare, quel momento di pausa da regalarci al di là della maestosa architettura della città. (foto di copertina di Concetta Piromalli). Siamo nel Parco delle Cave a guardare i giochi delle anatre e poi c’è Lui, il Cigno, nel sole: bello, imperioso, regale.  Ma se a Ros Cossettini (autore delle foto) capitasse di incontrare un cigno viola, vorrei regalargli una fiaba …

Il cigno Viola

Là, nel punto più a Nord, dove la sponda del lago sembrava arricciarsi in una piccola ma profonda insenatura, c’era una volta una piccola casetta rossa dove vivevano nonna Angela e la piccola Veronica . Veronica era una bambina di quattro anni con grandi e dolci occhi castani, vivace e piena di fantasia.

Il sole guardava con un sorriso compiaciuto quell’angolo di mondo perché c’erano tanti sassolini variopinti che brillavano di mille colori e Veronica sapeva costruire degli aquiloni colorati e bellissimi che sfidavano il cielo.

Il lago s’increspava, al tramonto, con mille piccole onde color madreperla cullando l’ultima passeggiata del giorno di una famiglia di cigni bianchi e fieri. La mamma dei cigni era facilmente individuabile perché aveva le ali striate di viola, ma mai avrebbe pensato che uno dei suoi figli sarebbe nato stranamente tutto viola con un candido ciuffo in testa.

Tutti guardavano con meraviglia e stupore quel cigno buffo e bellissimo che accarezzava l’acqua solitario e veloce , gli occhi a guardare incantato gli aquiloni nel cielo. Era il compagno di giochi preferito di Veronica che lo chiamava Vivi.

Vivi era segretamente innamorato di Veronica. Aspettava, al mattino, il suo risveglio , raccoglieva per lei nel fondale del lago i sassi più colorati per costruire insieme la casetta della bambola Pilli o disegnare lungo la riva tanti fiori che neppure il vento riusciva a cancellare.

Ma un brutto giorno, Veronica s’ammalò gravemente. Vivi guardava preoccupato il via vai continuo di tanta  gente che visitava la casetta, aspettava con ansia il mattino con la speranza di rivedere l’amica, osservava il pianto silenzioso di nonna Angela, la sera.

“Che cosa posso fare?” pensava. Ne parlò, in segreto con mamma cigna, confidandole il suo amore  impossibile.

E mamma cigna ricordò una vecchia leggenda del lago e capì che quel figlio così strano era in realtà il frutto di una maledizione di cui tanto si era parlato in paese.

Capì che Vivi era il figlio prepotente ed egoista del re Isidoro che regnava nella piccola isola al centro del lago e che un maleficio della strega Marisca aveva trasformato in cigno. Ma il maleficio poteva essere annullato con un atto di grande generosità e allora consigliò: “Al centro del lago, là dove l’acqua è più profonda, cresce un’erba miracolosa che guarisce tutte le malattie. Ma per raccoglierla dovrai sconfiggere gli gnomi marini che la custodiscono  e non permettono a nessuno di avvicinarsi. Gli gnomi marini sono molto golosi di bacche rosse e noi ti aiuteremo a raccoglierle perché tu possa portarle in dono. Ma il fondo del lago è molto buio ed io non saprei che cosa suggerirti  per illuminarlo e trovare l’erba miracolosa.”

Vivi  era disperato, non mangiava, non dormiva ed ogni notte piangeva senza trovare una soluzione.

Intanto tutti i cigni del lago, avvisati del problema, si misero all’opera per raccogliere le bacche rosse, poi intrecciarono con il becco un canestro grande dove sistemarle perché fosse più facile per Vivi immergersi.

Restava il problema del buio. E arrivò l’aiuto della luna che, commossa da tanta disperazione, gli promise:”Nella prima notte di plenilunio concentrerò un raggio di luce al centro del lago perché tu possa trovare la strada.”

Vivi si esercitò per ore e ore a scendere nell’acqua  sempre più profonda ed educare la respirazione, fino a quando si sentì sufficientemente sicuro.

E arrivò la prima notte di luna piena. La luna fece il suo dovere: il lago fu illuminato improvvisamente in un punto , quasi che la luce fosse una lama d’acciaio che taglia con il suo splendore il buio del lago giù giù  fino al regno degli gnomi marini. Il cigno viola si immerse, ma gli gnomi marini circondarono immediatamente l’intruso. circondarono immediatamente l’intruso. Vivi, comunque, non si perse d’animo perché sapeva che le bacche erano state messe in un liquido che dava sonnolenza.

“Vi ho portato un regalo” disse porgendo il canestro pieno di bacche. Gli gnomi si avventarono subito su quel  dono inaspettato, bisticciando tra loro e mangiarono avidamente tutte le bacche rosse. Ma ben presto  si addormentarono .

Vivi, allora, colse l’erba miracolosa, la dispose nel canestro vuoto  e con molta fatica tornò a galla. I fratelli cigni fecero una grande festa e lo aiutarono a raggiungere la riva, davanti alla casetta rossa  dove Veronica era in fin di vita. Vivi depose il cestino accanto alla porta e, improvvisamente, il cigno viola si trasformò in un bel bambino biondo,  sorridente e gentile. Spiegò a nonna Angela il potere miracoloso di quell’erba e subito nonna Angela preparò un infuso che la piccola Veronica bevve con piacere e avidità.

E quell’erba fece il miracolo: Veronica guarì in pochi giorni e tornò a costruire con Vivi meravigliosi aquiloni e a giocare con i sassi colorati sotto lo sguardo affettuoso di nonna Angela e dei cigni.

Dopo qualche anno Veronica e Vivi si sposarono e vissero eternamente felici e contenti.

I venti silenziosi di stupore
sfiorano leggermente le acque” (J. Millon)

Nene Ferrandi dal volume “La fiaba dei nonni”

(foto dal sito Il Parco delle Cave -Amici)

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